Tuccillo: Bandi su del 99%, cantieri a rilento

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Per la prima volta dopo cinque anni un segno positivo nel comparto edile. A crescere, sebbene ancora sulla carta, è il comparto dei lavori pubblici. Nei primi 9 mesi del Per la prima volta dopo cinque anni un segno positivo nel comparto edile. A crescere, sebbene ancora sulla carta, è il comparto dei lavori pubblici. Nei primi 9 mesi del 2014, infatti, il mercato delle opere pubbliche registra un’inversione di tendenza. E a tagliare il nastro – con un primato – è la Campania: in 9 mesi il numero dei bandi pubblicati è cresciuto del 99,3% rispetto ai primi nove mesi del 2013 e l’importo è aumentato del 97%. “Ora lo sforzo dovrà essere diretto a trasformare i bandi in cantieri e soprattutto perché vi sia una garanzia della spesa nel tempo”, spiega Francesco Tuccillo, presidente dei costruttori di Napoli. Presidente Tuccillo significa che si è rimesso in moto il settore? Purtroppo no. L’aumento dei bandi di gara è collegato alla necessità di accelerare la spesa dei fondi strutturali Ue da parte della Regione Campania e all’attuazione di misure governative adottate nella seconda metà del 2013 a favore di FS e Anas. Lo sforzo compiuto, per quanto apprezzabile, tuttavia, dovrà essere completato dai soggetti attuatori per trasformare i bandi in cantieri e soprattutto perché vi sia la garanzia della spesa nel tempo.  Quindi un segnale positivo, ma come si possono trasformare i bandi in cantieri? Un’azione significativa potrebbe essere quella di rendere quanto più rapidi i tempi di conclusione delle procedure di gara e, dunque, addivenire rapidamente all’aggiudicazione degli appalti. Mi riferisco soprattutto a quelle procedure più complesse, laddove si ricorra al criterio di scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In tal caso, i tempi delle commissioni di gara andrebbero contingentati. Il riferimento è nelle norme del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti pubblici.  Cosa prevedono queste norme? Queste regole di supporto prevedono che in alcune ipotesi debba essere imposto alla commissione di gara un termine per la conclusione dei lavori. E il termine è prorogabile una sola volta. Le sembra sufficiente? No, andrebbe accelerato l’iter di verifica dei requisiti in capo al soggetto aggiudicatario in modo che l’Ente appaltante attraverso il collegamento informatico con l’Autorità competente per gli appalti, l’Anac, possa ricevere in tempi immediati i riscontri in relazione alle verifiche antimafia, contributive e fiscali. Va in questa direzione l’introduzione dell’Avc Pass che, purtroppo, registra ancora ritardi. Esistono anche altri ‘freni’ al flusso degli investimenti pubblici? Un altro aspetto da migliorare – se guardiamo alle pratiche diffuse negli ultimi tempi nella Pubblica Amministrazione – è il livello progettuale posto a base d’asta e l’attività progettuale richiesta alle imprese in gara. Per snellire le procedure e non gravare ulteriormente sulle imprese, fortemente ‘stressate’ dalla situazione economica, va assolutamente scongiurata l’uso – ultimamente diffuso – di porre a base d’asta la progettazione preliminare dell’intervento e, dunque, di richiedere alle imprese la presentazione dei progetti definitivi. L’ideale sarebbe avere la possibilità di presentare offerta su progetti esecutivi posti a base di gara. E per i piccoli appalti? Per gli appalti di importi minore o comunque inferiore alla soglia comunitaria (circa 5 milioni di euro, ndr) sarebbe opportuno fare ricorso al criterio del prezzo più basso con l’esclusione automatica delle offerte anomale. Tale metodo restringe i tempi della procedura e non solo, visto che dovrebbe contenere anche i ribassi di aggiudicazione, oggi sempre più “temerari”. E per le gare di importo maggiore? Per gli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria, sempre allo scopo di accelerare i tempi e snellire le procedure, l’esperienza suggerisce che sarebbe da preferirsi il ricorso al criterio del prezzo più basso, con la valutazione puntuale e motivata da parte delle commissioni delle offerte “anomale” che, se non supportate da idonea documentazione giustificativa, andrebbero escluse. Ciò a beneficio della qualità degli interventi e della certezza del loro completamento. Dunque, il criterio dell’offerta più vantaggiosa per gli appalti pubblici sarebbe da evitare? Si tratta di una modalità di individuazione del migliore offerente che deve essere attuata nell’ipotesi di progetti complessi che presentino un alto contenuto tecnologico; in tale ipotesi gli atti di gara devono avere un contenuto tale da ridurre al minimo la discrezionalità nella scelta del miglior offerente. Assistiamo, viceversa, ad un ricorso eccessivo ed ingiustificato all’offerta economicamente più vantaggiosa anche in relazione a progetti di piccole dimensioni e senza alcuna complessità tecnica. Infine, vanno eliminate nei bandi di gara le richieste di opere aggiuntive che sono del tutto illegittime così come sancito dalla recente giurisprudenza amministrativa. Questo per le procedure, cosa suggerisce infine per la fase contrattuale, che pure pare complessa? Un aspetto fondamentale, che rappresenta ancora una delle maggiori criticità per il settore, riguarda il ritardo con il quale vengono emessi i Sal ed i certificati di pagamento. A questi si aggiungono i ritardi nei tempi di pagamento delle opere. Nonostante le norme siano state riscritte alla luce delle indicazioni comunitarie, per contingentare i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione e rendere più gravosi i tassi d’interesse per i ritardi, permane purtroppo il problema dei ritardati pagamenti.