Giapponesi samurai, dalle spade agli affari

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A cura di Alfonso Vitiello Con una mossa sorprendente, da vecchi samurai (buon sangue nomente) i giapponesi ci hanno letteralmente colti alla sprovvista: si sono spinti con audacia in una terza guerra A cura di Alfonso Vitiello Con una mossa sorprendente, da vecchi samurai (buon sangue nomente) i giapponesi ci hanno letteralmente colti alla sprovvista: si sono spinti con audacia in una terza guerra mondiale, una battaglia questa volta senza armi da guerra ma con armi di politica economica a rischio di forti ripercussioni. La Banca del Giappone Boj ha adottato nuove misure, versando sui Bot nazionali circa 280 miliardi di dollari in moneta corrente lo Yen, portando cosi il “quantitative easing” a 724 miliardi di dollari statunitensi; contemporaneamente anche i fondi pensioni che tra l’altro sono i più numerosi al mondo hanno ridotto le obbligazioni domestiche raddoppiando il mercato azionario dal 12 al 25%. A dire il vero ciò è stato dettato da una scelta ben precisa, nella speranza di poter porre fine ad una deflazione economica che imperversa nel paese da circa 27 anni. La politica del Primo Ministro Shinzo Abe e la sua Abenomix sono risultate troppo rischiose chiedendo ai consumatori di spendere di più anche se i guadagni di fine mese restavano invariati, infine correndo il rischio di un grande aumento d’inflazione. Ma il vero problema che attanaglia il Giappone in questo momento è l’aumento dell’Iva che ha portato ad una forte deflazione: si spera ora che il nuovo aumento dell’aliquota a partire dal prossimo 2015 non venga messo in atto, in quanto potrebbe ancora di più aggravare la spirale deflazionistica con il calare delle vendite e dei consumi interni. Si spera inoltre che Tokyo ed il Governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda non voglia promuovere oltre al rilancio dell’Iva, una ulteriore svalutazione della moneta. Speriamo in un miracolo economico anche perché la Borsa – per restare in tema di Mary Poppins….- non può tirare fuori ulteriori magie per poter tamponare le attuali situazioni difficili del mercato. Possiamo certamente ripetere come da copione…. Walt Disney ed affermare che “fino a quando la Banca del Giappone resta in piedi, il Giappone resta in piedi”. L’Istituto di credito ha già dato tanto ora tocca ai giapponesi ed al loro complicato sistema distributivo. Per quanto ci compete da vicino, noi addetti ai lavori del settore gioielleria e lusso, anche il cadere del prezzo dell’oro non è stato di buono auspicio, i Giapponesi non hanno mai avuto un forte interesse nell’investire nel metallo nobile.