Confindustria, Boccia: Reagire subito, a gennaio sarà peggio

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in foto Vincenzo Boccia, presidente Confindustria

“Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare” il rallentamento dell’economia globale e dell’Italia, cominciando ad aprire “immediatamente” i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav. Lo dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, alla luce della recessione del Paese. “Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento, a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso”, aggiunge.
Su questo il presidente di Confindustria, in occasione di una conferenza stampa con Business Europe, insiste: “Speriamo che il governo faccia propria l’idea di aprire subito i cantieri, e senza voler fare polemiche, a partire dalla Tav”. E’ “una manovra economica compensativa che non fa deficit”, rimarca Boccia, rilanciando il fattore tempo. “Dobbiamo reagire di fronte al rallentamento dell’economia globale e della Germania. Era ed è evidente che ci sarebbe stato un rallentamento anche dell’Italia, un Paese ad alta vocazione all’export. Questo significa non fermarci alla constatazione dei dati, ma evidentemente prendere atto della nuova fase e costruire delle misure compensative della manovra economica: aprire immediatamente i cantieri, ci sono risorse già stanziate per oltre 26 miliardi, che superano i 30 miliardi se si considera anche la Tav. Bisogna aprirli quanto prima, si pone una questione temporale oltre che sostanziale”, afferma Boccia. “Non è una questione di trovare le colpe degli altri, ma di dare una soluzione nell’interesse del Paese, mettendo il lavoro e l’occupazione al centro”, prosegue. E “siccome abbiamo una fase di rallentamento che viene dall’economia globale, la reazione dell’Italia deve essere su due assi: investimenti privati e pubblici”. Quanto ad un referendum sulla realizzazione della Tav, per Boccia “sposta nel tempo una questione che abbiamo a breve. Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento. Se aspettiamo e spostiamo decisioni che vanno a dilatare i tempi, non si aiuta la crescita del Paese”. Dunque, conclude, “apriamo i cantieri quanto prima, poi vediamo se servono altri correttivi”.