Democrat e l’incognita primarie
Ecco gli schieramenti in campo

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Quanto più nega l’interessamento alla politica tanto più la politica pare interessarsi a lui. Se dalla regola del “vince chi fugge” Quanto più nega l’interessamento alla politica tanto più la politica pare interessarsi a lui. Se dalla regola del “vince chi fugge” in amore nessuno è immune, in politica non lo è certo il Pd che già da tempo sfoglia la margherita alla ricerca del candidato vincente da opporre a Stefano Caldoro nella corsa alla presidenza della Regione Campania. Il petalo giusto ha un nome preciso, ed è quello di Raffaele Cantone, un passato da magistrato in trincea nella lotta alla camorra, oggi presidente dell’Autorità Nazionale anticorruzione. Il problema è che gli amori non sono mai facili e quello del Pd non è da meno. Di cedere, insomma, Cantone non vuol proprio saperne. Anzi, a chi continua a chiederglielo l’ex pm ricorda di aver detto già una volta no a Renzi e di essere pronto a farlo di nuovo. Il mondo della politica non lo affascina affatto. Alla ricerca del candidato unico Allora perché il Pd, come ogni spasimante che si rispetti, continua a provarci? Semplice, perché sa bene che senza una personalità del suo calibro rischia di trovarsi nuovamente in un clima da guerra civile dal quale è difficile uscire senza ossa rotte. Del resto l’unica candidatura fuori dai vecchi schemi è quella della lettiana Angelica Saggese, la prima a essere uscita allo scoperto proponendosi come la vera novità in campo democrat. Hanno invece già l’elmetto il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l’eurodeputato Andrea Cozzolino, personalità “pesanti” del Pd campano, capaci di raccogliere consensi a raffica, ognuno per proprio conto, ma anche di spaccare il partito fino alla sconfitta. Così successe alle regionali del 2010 e alle amministrative napoletane: episodi che evidentemente sono rimasti ben impressi nella mente dei dirigenti nazionali, che stanno inseguendo con insistenza la via dell’unità. Due inchieste per De Luca Del resto non pochi sono i democrat che vorrebbero posticipare l’ufficializzazione delle Primarie, chi per arrivare ad una soluzione “vincente e largamente condivisa che eviti spargimenti di sangue”, come auspica il popolare Salvatore Piccolo, chi per attendere il giudizio di primo grado a carico del sindaco di Salerno, sotto processo per peculato e ora anche sotto inchiesta per falso in atto pubblico per i lavori di piazza Libertà. Spunta Enzo Amendola Ecco allora che ritorna il nome di Cantone, o di una soluzione omologa. Il gruppo dei riformisti di Epifani-Paolucci spinge per l’ex segretario regionale del Pd Enzo Amendola, i renziani della Fonderia continuano a prospettare la soluzione Pina Picierno, capolista alle ultime Europee. La trza soluzione sempre cara ai riformisti è quella di Umberto del Basso de Caro, al momento unico sottosegretario campano del partito, ruolo di governo ricoperto con Enrico Letta da De Luca. Manovre a sinistra Non è un caso se Sel, Sinistra in movimento, Comunisti italiani, Italia dei valori, Movimento per il partito del lavoro, Rifondazione si sono già incontrati con Socialisti, Verdi, Centro democratico e lista Tsipras per lavorare al programma delle regionali. Chiare le parole del deputato di Sel Giancarlo Giordano che pur dicendo “sì all’ipotesi Cantone”, ironizza sul dibattito di questi giorni. “E’ strano – commenta – che il nuovo centrodestra voglia costruire alleanze di centrosinistra col Pd”. Il riferimento è alla recente strizzatina d’occhio di Nunzia De Girolamo ad un’eventuale coalizione guidata dall’ex magistrato. Un po’ come dire “o noi o loro”. Ncd e i centristi Già, perché l’altro tema importante delle prossime Regionali è cosa faranno tante forze che oggi sostengono Caldoro. Non solo Ncd ma anche l’Udc, nei cui ambienti da tempo circola la voce di un De Mita intenzionato a sperimentare al prossimo turno di elezioni alleanze diverse da quelle attuali. Ad Avellino il tentativo è già stato fatto alle Provinciali con l’appoggio degli amministratori scudocrociati alla candidatura del sindaco della città capoluogo, Paolo Foti, di marca Pd, contro il berlusconiano Domenico Gambacorta. Che l’esperimento non abbia avuto successo è un dettaglio da ascrivere alla peculiarità dell’elezione. Di certo alle Regionali sarebbe altra storia. Lo sa bene Caldoro che punta a tenere per sé quella componente centristra, che “ha sempre dimostrato di avere una grande forza consolidata e visibile”, per dirla con le stesse parole del governatore. Per le prossime Regionali la strada quindi “non può che essere quella di tenere il centrodestra unito”. Ci riuscirà davvero? Molto dipenderà da ciò che accadrà a Roma dove Silvio Berlusconi un giorno sì e un altro pure lancia strali contro i suoi traditori, primo fra tutti Angelino Alfano. E anche se per il Ncd non sarebbe difficile confermare il patto con Caldoro – fare il contrario significherebbe smentire quanto fatto in questi anni in Regione dai suoi esponenti di governo, Raffaele Calabrò e Severino Nappi – non è detto che a mettere alla porta gli alleati, che in questo giorni stanno organizzando gruppi unici alla Camera con Udc e Popolari per l’Italia, sia proprio il Cavaliere.


La mappa dei possibili apparentamenti ENZO AMENDOLA Riformisti Dalemiani (Umberto del Basso de Caro, Rosa D’Amelio, Massimo Paolucci) ANDREA COZZOLINO Giovani turchi (Valentina Paris, Valeria Valente, Antonio Marciano) VINCENZO DE LUCA Franceschiani renziani (Tonino Amato, Teresa Armato, Mario Casillo) Nicola Caputo Umberto De Gregorio ANGELICA SAGGESE Area Letta (Guglielmo Vaccaro) Nicola Marrazzo, ex Italia dei Valori PINA PICIERNO Renziani della prima ora (Stefano Graziano, Leonardo Impegno, Francesco Nicodemo, Edgard Colonnese) ALLA RICERCA DELLA SOLUZIONE UNITARIA Popolari (Enzo Cuomo, Lello Topo, Salvatore Piccolo) Pittella (Peppe Russo, Emilio Di Marzo, Lucia Esposito, Franco Vittoria) Area fioroni (Antonio Valiante, Livio Petitto) Civati (Gennaro Acampora, Marcello Rocco) Riformisti (Gino Cimmino, Luisa Bossa)