Cori razzisti, 2 gare a porte chiuse per l’Inter

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Milano, 27 dic. (AdnKronos) – Due gare a porte chiuse e un’ulteriore partita con il settore ‘secondo anello verde’ senza spettatori. E’ la sanzione decisa dal giudice sportivo nei confronti dell’Inter dopo i cori razzisti nei confronti di del Napoli da parte dei tifosi nerazzurri. Al termine della sfida Inter-Napoli valida per la 18esima giornata del campionato di Serie A il giudice sportivo ha inoltre disposto due giornate di squalifica per Koulibaly e Lorenzo Insigne. Per Insigne oltre ai due turni di stop è stata disposta anche un’ammenda di 10mila euro “per aver rivolto al direttore di gara un epiteto gravemente insultante”.

L’Inter condanna in un comunicato i cori razzisti dei tifosi nerazzurri nei confronti di Koulibaly. “Inter vuol dire integrazione, accoglienza e futuro – si legge – La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto. Chi non comprende la nostra storia, questa storia, non è con noi”.

“Credo che con questa decisione del giudice sportivo sia calato il sipario sul caso di Koulibaly” dice all’Adnkronos l’avvocato Mattia Grassani, legale del Napoli, commentando le due giornate di squalifica inflitte al difensore del Napoli dopo l’espulsione rimediata contro l’Inter: un turno di stop perché già diffidato e un altro turno per l’applauso rivolto all’arbitro. “Le squalifiche di una sola giornata non sono ricorribili. Non abbiamo ancora visto i referti, solo la decisione, ma trattandosi di una giornata più una il ricorso tecnicamente non è consentito”, spiega Grassani, che invece non esclude ricorso contro i due turni di stop a Insigne: “Sono nel nostro mirino, stiamo approfondendo per vedere quale parola ha proferito Insigne. Prenderemo una decisione quando avremo un quadro completo”.

“Nei confronti dei tifosi napoletani e di Koulibaly si è toccato il fondo, all’estero non sarebbero tollerati certi comportamenti umilianti per tutti, il sistema sportivo si vergogni di quanto accaduto” dice poi l’avvocato Grassani, commentando l’episodio di razzismo di cui è stato vittima il difensore senegalese. “Il sistema sportivo ha toccato il fondo. L’episodio culminato con l’espulsione di Koulibaly è la sommatoria di una serie di comportamenti all’interno dello stadio, dai cori di discriminazione territoriale prima della partita fino a quelli razzisti. Questo azzera tutti i progressi fatti faticosamente sia sotto il profilo normativo sia dal punto di vista della crescita culturale”, sottolinea Grassani, secondo il quale “le norme attuali sono ancora troppo farraginose e complicate”.

“Bisogna semplificare tutto, al primo coro la partita si interrompe, si va tutti a casa e la società ospitante perde 3-0 a tavolino. E’ così semplice: bisogna espellere a vita tifosi e società che tollerano certi comportamenti – sottolinea – Non servono gli annunci dello speaker, questo tipo di mediazione ha prodotto un fallimento. Bisogna sacrificare qualche principio, se per tutelare l’ordine pubblico dobbiamo assistere a questi spettacoli indecorosi non si risolverà mai il problema. Con misure drastiche, in una situazione emergenziale come questa, si può creare quella cultura che gli avvertimenti e la mediazione non hanno prodotto”.