Vino dal gusto antico a Pompei

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Pompei, scavi ma non solo: mercoledì prossimo, per il quindicesimo anno, saranno vendemmiate le uve dei vigneti coltivati su circa un ettaro complessivo all’interno Pompei, scavi ma non solo: mercoledì prossimo, per il quindicesimo anno, saranno vendemmiate le uve dei vigneti coltivati su circa un ettaro complessivo all’interno dell’area archeologica. Nelle precedenti occasioni sono stati raccolti in media 30 quintali d’uva all’anno. Le uve lavorate saranno utilizzate per produrre il vino “Villa dei Misteri”. Nei primi anni il vino prodotto è stato prima venduto all’asta, poi inviato alle ambasciate italiane per essere ‘ambasciatore’ degli Scavi all’estero, attualmente viene commercializzato dalla casa vinicola Mastroberadino. I visitatori potranno assistere al taglio delle uve presso i vigneti del Foro Boario, aperto al pubblico a partire dalle ore 13. Il ripristino della viticoltura all’interno degli scavi è stato affidato nel 1996 all’azienda Mastroberardino per un esperimento di archeologia applicata: ricreare sul campo la pratica vitivinicola degli antichi romani secondo le informazioni arrivate fino a noi. La Campania era infatti una delle aree di eccellenza per la produzione di vino del tempo. Secondo la classificazione ufficiale il “Villa dei Misteri” è un “Pompeiano IGT rosso”, da uvaggio Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso. La vendemmia fissata per il 22 ottobre prossimo sarà occasione per presentare le recenti attività del Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza e soprattutto le ultime novità a supporto dei vari studi di approfondimento. Tra queste le recenti convenzioni con l’Ordine Nazionale dei Biologi per l’analisi dei rischi e dei danni correlate alla presenza di microrganismi sui reperti, nonché la convenzione con l’Istituto Superiore di agraria “Vesevus Cesaro” per l’implementazione delle attività svolte nell’Orto Botanico e nell’Orto didattico.