Mercoledì nero, i mercati tentano il recupero

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A cura di Antonio Arricale Si apre una giornata positiva per i principali listini azionari europei che avviano la sessione con tanta voglia di rimonta dopo che ieri i listini sono stati A cura di Antonio Arricale Si apre una giornata positiva per i principali listini azionari europei che avviano la sessione con tanta voglia di rimonta dopo che ieri i listini sono stati in ostaggio del panic selling a causa dei timori per una nuova recessione dell’Eurozona. Giornata rialzista anche per Piazza Affari che ieri è stata la pecora nera dell’Europa, dopo che è arrivata l’ennesima tegola dai numeri del PIL italiano. Milano ha perso il 4,4%, in una giornata in cui la Borsa è scesa ai minimi toccati l’ultima volta a dicembre 2013. Determinante l’impatto sui titoli bancari dell’impennata dello spread, con l’indice Ftse Mib a 18.304,99 punti. «L’evento scatenante sono stati i dati negli Stati Uniti comunicati nel primo pomeriggio sulle vendite al dettaglio di settembre che sono state sotto le aspettative», ha spiegato Antonino De Gaetani, gestore di Bnp Ip. «I timori sulla robustezza della ripresa americana e la tenuta dei consumi interni – ha aggiunto – hanno alimentato il nervosismo generale che da settimane era nei mercati e ha innescato forti vendite». Al mattino hanno giocato anche «i rinnovati timori sulla situazione greca, che già avevano cominciato a manifestarsi nella serata precedente, unito all’allarme Ebola». Risultato: giù Piazza Affari, con una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso durante la seduta. Londra ha perso il 2,83%, Francoforte il 2,49%, Madrid il 3,4% mentre Parigi ha recuperato a +0,2%. Le tensioni hanno fatto lievitare anche lo spread Btp-Bund, che ha superato in giornata i 170 punti base, per poi riscendere e attestarsi a 163. Il rendimento del Bund, il titolo decennale tedesco, è scivolato ancora scendendo allo 0,72%, nuovo minimo storico da agosto 2012, sui timori per la ripresa e le attese di interventi da parte della Banca centrale europea. Male anche i Bonos: lo spread con il Bund è salito a 142 punti base mentre il rendimento del decennale spagnolo è volato al 2,15%. Il futures sul Brent a Londra è sceso ai minimi da 47 mesi prima di riportarsi sopra quota 84 dollari, sotto pressione per il rallentamento della crescita a livello globale che ha ridotto la domanda di petrolio in una situazione di offerta abbondante. L’International Energy Agency ha tagliato ieri le previsioni sulla domanda di greggio per quest’anno e per il 2015. I principali membri dell’Opec sembrano più impegnati a contendersi quote di mercato che a coordinare tagli alla produzione che potrebbero far risalire i prezzi. Secondo i più avveduti analisti l’economia globale deve affrontare la sua più grande prova di fiducia, dal momento che la crisi del debito sovrano europeo, che gli investitori temono più di ogni altra cosa, è lontana dalla sua risoluzione. Il Giappone da un verso e l’area dell’euro dall’altro, rinnovano quotidianamente venti di crisi e di estrema debolezza, mentre la Cina, anziché guidare la crescita si sta dibattendo in parecchie difficoltà, come quella immobiliare e del calo di produttività. Su tutto incidono poi le variabili geopolitiche, come i tumulti della guerra in Medio Oriente, la situazione di stallo in Ucraina, le proteste di piazza ad Hong Kong e la diffusione di Ebola sia negli Usa che in Europa. La preoccupazione è che dopo cinque anni, cioè da quando il mondo, zoppicando, è uscito fuori dalla recessione, le banche centrali abbiano praticamente esaurito i loro arsenali di stimolo. Le ultime speranze sono adesso demandate ai mercati finanziari, per aiutare gli Stati Uniti a riprendere il suo ruolo storico di robusta locomotiva in grado di trainare le sorti economiche del mondo. Borse asiatiche Chiusura in deciso ribasso per la Borsa di Tokyo, zavorrata dai timori per la crescita globale che hanno provocato un’ondata di vendite sui listini europei. L’indice Nikkei, che durante la seduta ha toccato i minimi da circa quattro mesi, ha così archiviato le contrattazioni in calo del 2,22% a 14.738,38 punti mentre il Topix si è attestato a 1.195,50 punti in flessione del 2,30%. Borsa Usa Wall Street ha terminato le contrattazioni in ribasso, appesantita dai timori sulla crescita globale ma anche su un possibile allargamento dell’epidemia di Ebola ad Europa e Stati Uniti. L’indice Dow Jones ha perso l’1,06% a 16.141,74 punti, l’S&P500 è arretrato dello 0,81% a 1.862,49 punti mentre il Nasdaq è scivolato dello 0,28% a 4.215,32 punti. Europa Tonfo in chiusura per le principali borse europee, in scia la crollo del listino di Atene. I sintomi si erano già intravisti il giorno precedente quando la piazza greca aveva lasciato sul parterre oltre 5 punti percentuali in scia all’intenzione del Governo di abbandonare prima del previsto il piano di salvataggio concordato con l’Unione Europea e il Fondo monetario internazionale. A peggiorare la situazione ci ha pensato questa mattina Fitch che ha lanciato l’allarme sul portafoglio prestiti delle banche greche. A Francoforte il Dax ha perso il 2,87% a 8.571,95 punti, il Cac40 è arretrato del 3,63% 3.939,72 punti, il londinese Ftse100 è scivolato del 2,83% a 6.211,64 punti mentre a Madrid l’Ibex35 ha mostrato un ribasso del 3,59% a 9.838,50 punti. Italia Piazza Affari è affondata in scia al crollo della Borsa di Atene che ha trascinato al ribasso tutti i listini del Vecchio Continente. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso con un tonfo del 4,44% a 18.305 punti, aggiornando i minimi dell’anno. I riflessi si sono visti anche sul secondario dove lo spread Btp-Bund si è portato in area 165 punti base, 20 punti in più dei 145 punti base dei primi scambi. Di contro il rendimento del Bund è sceso al minimo storico sotto quota 0,80%. Ondata di vendite sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’8,08% a 10,57 euro, Montepaschi il 7,63% a 0,895 euro, Popolare di Milano il 7,59% a 0,566 euro, Intesa Sanpaolo il 5,85% a 2,124 euro, Ubi Banca il 5,25% a 5,77 euro, Unicredit il 6,13% a 5,43 euro, Mediobanca il 5,76% a 5,76 euro. Tenaris ha perso il 4,74% a 15,25 euro in scia al nuovo calo del petrolio con il Wti che quota poco sopra gli 80 dollari al barile e il Brent sotto la s oglia di 85 dollari, ai minimi dal 2010. WDF (-5,55% a 6,46 euro) non ha sfruttato le voci circa il rinnovo del contratto presso l’aeroporto di Kuwait City. Luxottica (-1,38% a 35,70 euro) ha limitato i danni dopo due giorni di ribassi sostenuti in scia alle dimissioni del co-Ceo Enrico Cavatorta.


I dati macro attesi oggi Giovedì 16 ottobre 2014 Giornata ricca di market mover di rilievo. L’attesa in mattinata è con la bilancia commerciale in Italia e nell’Eurozona e con l’inflazione sempre nell’Eurozona. Nel pomeriggio sarà la volta delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti e della produzione industriale a stelle e strisce. In uscita anche l’indice Philadelphia Fed Business Outlook. 11:00 EUR Indice dei prezzi al consumo (Annuale) 11:00 EUR Indice principali prezzi al consumo (Annuale) 11:00 EUR IPC (Mensile) 14:00 USD Discorso del Membro FOMC Plosser 14:30 CAD Acquisti stranieri di titoli 14:30 CAD Consegne settore manifatturiero (Mensile) 14:30 USD Richieste sussidi disoccup. 15:15 USD Produzione industriale (Mensile) 16:00 USD Indice produzione FED di Filadelfia 16:00 USD Discorso del Membro FOMC Kocherlakota 19:00 USD Discorso di Bullard Membro del FOMC 22:00 USD Transazioni TIC lungo termine