Parco Archeologico di Ercolano, lusso in mostra con “SplendOri”: 100 gioielli tra i reperti

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Orecchini, nastri, anelli, bracciali, pendenti, catene. Nell’Antiquarium del Parco Archeologico di Ercolano, nel Napoletano, brillano l’oro in esposizione dal 20 dicembre al 30 settembre del prossimo anno, in occasione della mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti di Ercolano”, una collezione di 200 pezzi, di cui 100 in oro, unica per quantita’ e valore dei reperti. In una struttura che per la prima volta,viene aperta al pubblico dopo diversi lavori di adeguamento eseguiti “in tempi record”, come sottolinea il direttore del Parco, Francesco Sirano, il pubblico potra’ ammirare oggetti appartenuti agli antichi ercolanesi, di cui alcuni trovati con gli scheletri dei proprietari che li avevano portati con se’ nel tentativo di porsi in salvo dall’eruzione del Vesuvio e altri rinvenuti nelle dimore dell’antica citta’. Nelle teche, spiccano gli eleganti bracciali a semisfera in oro uniti da un filo prezioso, gli orecchini con pendenti e un anello con gemma, in oro e granato, con la raffigurazione della gallina insieme ai pulcini. Per Sirano, “non sono solo ori, sono contesti, storie che raccontano una citta’, Ercolano, che è stata luogo di produzione, dove venivano eseguite transazioni commerciali di altissimo livello e dove si accumulavano ricchezze”.
Ogni materiale esposto in questa mostra porta con se’ il messaggio di una storia di antico artigianato e manifattura, di rango e di simbolo, di protezione e bellezza. Accanto ai monili aurei, anche manufatti di uso personale e quotidiano, secondo gli archeologi “non comuni, per fattura e materiale, e provengono da contesti trasversali”. Ne sono una prova il cinturone e il gladio in ferro, argento, osso e legno, il gruzzolo di monete in bronzo e la moneta di Nerone, esposti nella vetrina 4b. E, ancor piu’, l’unguentario “leone – argilla”, l’alabastro, lo strumento per detergere, lo sgabello, la pinzetta in bronzo e le spatoline dell’espositore 3c. Inaspettata, poi, la visione, nella 3b, di un affresco che riproduce la scena della vestizione, dalla Palestra di Ercolano che, con quei toni dell’azzurrino e del giallino, e’ incastonata in una cornice in legno con il dettaglio della targhetta. Il filo conduttore dell’intera esposizione e’ il lusso, con la consapevolezza, per i curatori, che e’ “un concetto che assomma in se’ molto piu’ del mero valore intrinseco e venale, ma si carica di significati ideologici, politici, sociali, culturali e religiosi”. Dunque, e’ la ricchezza, declinata, pero’, nelle accezioni di valore economico-sociale e di bellezza, a tracciare il fil rouge del percorso espositivo con il chiaro obiettivo di restituire un’immagine vivida, complessa e felice di una comunita’ antica che, oggi, rivive anche nei laboratori organizzati in collaborazione con gli orafi del Tari’ e con gli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore Francesco Degni di Torre del Greco. Per Vito D’Adamo, delegato dal sottosegretario per i Beni e le Attivita’ Culturali, Lucia Bergonzoni, con l’inaugurazione di oggi “si rida’ alla comunita’ la sua storia, forse poco conosciuta”. Il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto, sottolinea come “quando si investe in cultura, si ha l’impressione di star mettendo un mattoncino nel deserto. Ma, mattoncino dopo mattoncino, stiamo costruendo il futuro dei nostri figli”. Parole queste condivise dal deputato campano della Lega, Gianluca Cantalamessa, che, rimarcando la necessita’ di “superare gli schieramenti politici”, evidenzia come “noi abbiamo un testimone che abbiamo il dovere di raccogliere, pulirlo e passarlo ai nostri figli”.