La politica è solo un ostacolo: sviluppo, meglio fare da soli

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La crescita? Meglio provvedere da soli, politica e istituzioni sono solo d’intralcio”. Bruno Scuotto, vice presidente nazionale del gruppo Piccola Industria, separa in via definitiva le strade La crescita? Meglio provvedere da soli, politica e istituzioni sono solo d’intralcio”. Bruno Scuotto, vice presidente nazionale del gruppo Piccola Industria, separa in via definitiva le strade delle imprese e delle amministrazioni pubbliche. Non a caso il forum organizzato nel fine settimana a Napoli dal gruppo confindustriale esclude dagli inviti qualsiasi appartenente alla classe politica. Locale e nazionale. Perché questa scelta? Perché dobbiamo affrontare temi concreti e perché i tempi della politica sono lontani anni luce da quelle delle aziende, ormai qui più che fare discussioni bisogna agire. Per questo motivo in sede di presentazione abbiamo parlato di non convegno. Quindi prendete le distanze dalle istituzioni? Guardi, se dobbiamo parlare di soluzioni per uscire dalla crisi noi imprenditori siamo in grado di trovarle da soli, di conseguenza il ruolo delle istituzioni e della classe dirigente diventa inutile. Loro non hanno strumenti da fornirci, piuttosto dovrebbero solo cercare di non fare danni. In che senso? Basterebbe che si occupassero di ridurre il peso della burocrazia e già avrebbero fatto moltissimo per agevolarci. Cosa intende quando parla di tempi inconciliabili? Il premier Matteo Renzi dice che in mille giorni è possibile fare le riforme di cui ha bisogno il Paese. Ma noi, soprattutto in Campania, tutto questo tempo non lo abbiamo perché qui tra mille giorni ci saranno solo gli scheletri delle imprese. Siamo davvero messi così male? Se guardiamo al complesso della crisi possiamo dire che in una situazione di estrema difficoltà generale la Campania è il territorio in condizioni peggiori rispetto a tutti gli altri. Perché? Per una serie di motivi, primo fra tutti la politica industriale completamente sbagliata. E i risultati fallimentari sono sotto gli occhi di tutti. A cosa si riferisce in particolare? È evidente che quando, all’epoca, si è deciso di puntare su settori come il ferroviario è stato compiuto un errore. Vicino a noi, invece, sono state fatte delle scelte più consapevoli e mi riferisco in particolare alla Puglia, dove c’èè un distretto aerospaziale che ha saputo legarsi alla filiera dell’Airbus e dove, grazie alla riduzione dei vincoli e alla semplificazione burocratica, si è riusciti a sviluppare un importante e produttivo settore dell’energia rinnovabile. Perché in Campania non si riesce a fare altrettanto? Magari per il fatto che non c’è un’idea di sviluppo sulla quale lavorare. Ma è tutta colpa delle istituzioni? No. Noi imprenditori, negli anni, abbiamo contribuito molto a creare questo stato di cose con il nostro comportamento. In altre parole? Non siamo stati capaci di fare aggregazione, come è successo per esempio in Sicilia, e abbiamo continuato a vivere di individualismi senza capire che quell’atteggiamento di danneggiato. Come poi è accaduto. Scusi ma se questo è lo stato delle cose come fate a risolvere da soli i vostri problemi? Possiamo riuscirci perché abbiamo risorse umane e idee. Credo sia necessario, per un concreto e duraturo rilancio del nostro sistema economico, fare aggregazione e emulare quelle aziende che già sono riuscite a reinventare le produzioni, i processi, le tecniche di vendita e a conquistare così i mercati internazionali. E cos’altro? Dobbiamo creare finalmente un rapporto produttivo con le università e essere noi i diretti interlocutori di quel trasferimento tecnologico che finora non è stato mai realizzato. Sicuro che anche questi non siano solo slogan? Chi può indicare la strada già c’è, basta solo organizzarsi per individuare i modelli vincenti e applicarli su vasta scala. Abbiamo detto della politica e delle imprese. E le banche? Questo è un altro aspetto di estrema importanza che affrontiamo da tempo. Non chiediamo agli istituti di credito di essere il salvagente di imprese bollite o di mettere soldi in attività che non hanno alcuna prospettiva. Chiediamo, piuttosto, di sostenere quelle realtà virtuose di cui ho detto prima affinché possano crescere sempre più e guadagnare forza sui mercati. Sta seguendo il dibattito su articolo 18 e Tfr in busta paga? Sono discussioni sterili che, soprattutto in Campania, non risolvono le urgenze con cui dobbiamo confrontarci. Sarebbe a dire? Il nostro problema è quello di conservare le strutture e non chiudere i battenti, forse qualcuno non l’ha ancora capito. Quindi l’eliminazione o modifica dell’articolo 18 non avrebbe alcun effetto sulla Campania? Qui bisogna tornare a produrre e vendere. In Campania e in generale nel resto d’Italia si licenzia perché l’impresa cessa l’attività, non per altri motivi. Quindi l’articolo 18 non ha alcun senso perché non tutela nessuno se l’unità produttiva chiude. Ha letto le dichiarazioni rilasciate da Sabino Basso al Denaro a proposito delle aziende che vanno via dalla Campania? Sì e condivido. Andare altrove è l’ultima ancora di salvataggio. Per non morire.


Il programma di oggi • 9.30 IDEE DEL TERRITORIO Paolo Minucci Bencivenga, Presidente Piccola Industria Napoli Ambrogio Prezioso presidente, Unione Industriali Napoli LA MANIFATTURA DI DOMANI Domenico De Masi, Sociologo Francesco Morace, presidente Future Concept Lab COMUNICARE IL MADE IN ITALY Sebastiano Deva, Ceo Apptripper Paola Marzario, ad Brandon Ferrari Piero Mastroberardino, Ceo Mastroberardino Licia Mattioli, presidente Comitato tecnico export di Confindustria Gianluca Mei, co-founder Neronote COSA C’È DI NUOVO Nicoletta Polla-Mattiot, direttore How To Spend It Maurizio di Robilant, presidente Robilant Associati Giovanna Talocci, vicepesidente Disegno Industriale INNOVARE SENZA DIGITALE? Elio Catania, Presidente Confindustria Digitale Ennio Lucarelli, Presidente Confindustria Servizi Innovativi DARE VALORE ALLA FILIERA DELL’INNOVAZIONE Davide Dettori, amministratore Delegato IM3D Franco Gallia, dg Banco di Napoli Vincenzo Messina, Flex Packaging Al Otello Natale, Amministratore Delegato Ema Angelo Punzi, Gma Francesco Serafino, Remocean • 12 RICERCA E INNOVAZIONE ED EXPO 2015: DUE LEVE PER LA CRESCITA Diana Bracco, vice Presidente Ricerca e Innovazione Confindustria Progetto speciale Expo 2015 INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE, UN CIRCOLO VIRTUOSO Carlo Calenda, viceministro Mise Giorgio Squinzi, presidente Confindustria Conduce i lavori: Giuseppe De Filippi