Università di Napoli: esperimenti sul “vuoto quantistico” nell’ex miniera sarda di Sos Enattos

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Entra nel vivo la sfida per la realizzazione del nuovo “cacciatore” europeo di onde gravitazionali, l’Einstein Telescope (Et). L’Italia è in corsa con la Sardegna, che potrebbe ospitare l’infrastruttura a Lula, nella ex miniera di Sos Enattos, come spiega il coordinatore internazionale del progetto Michele Punturo, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “La scelta del sito è tuttora aperta e vede in competizione il sito sardo con uno in Ungheria e uno al confine fra Olanda, Belgio e Germania”, afferma Punturo, che ha illustrato il progetto a Bruxelles in occasione della conferenza congiunta di Parlamento europeo e Commissione europea “EU research and innovation in our daily life”. “I lavori per qualificare Sos Enattos sono in pieno svolgimento – prosegue Punturo – ma siamo certi che il sito abbia tutte le carte in regola per ospitare una tale infrastruttura di ricerca grazie a caratteristiche ambientali e sismiche che sono state e sono tuttora oggetto di studio e di misura da parte di un team di scienziati dell’Infn e dell’Universita’ di Sassari”. Nel sito hanno preso il via nelle scorse settimane i lavori per la realizzazione di un laboratorio sotterraneo, chiamato SarGrav, che ospiterà esperimenti di fisica di precisione sulla gravità, cui collaboreranno l’Infn, l’Università di Napoli e l’Università di Sassari. “Il primo sarà Archimedes, un esperimento per la misura del peso del vuoto quantistico e della discussa interazione del vuoto quantistico con la gravità”, precisa Enrico Calloni dell’Università di Napoli, responsabile nazionale di Archimedes.