Sud, a Napoli riparte l’iniziativa per la macroregione: via alla raccolta firme

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Superare le Regioni, così come sono strutturate al Sud, e arrivare all’istituzione di un’unica macro regione, passando per un referendum popolare. La Fondazione Magna Carta e la Fondazione Craxi hanno promosso l’iniziativa sei mesi fa e oggi i promotori, Stefano Caldoro e Gaetano Quagliariello, tirano le somme, consapevoli che un referendum unico non sarà possibile, ma si procederà regione per regione, per la diversità degli strumenti di democrazia diretta a disposizione. “L’unico referendum popolare – spiega Quagliariello – sara’ possibile solo in Campania, perche’ nelle altre 5 regioni potremo presentare delle petizioni popolari, con una grandissima raccolta di firme. In alcune regioni la democrazia diretta e’ quasi una truffa: in Calabria bisogna raccogliere firme pari al 10 per cento degli elettori. Si fa prima a fare un referendum nazionale”. In Campania i quesiti referendari sono stati presentati e gia’ pubblicati sul Burc. Nei prossimi giorni saranno validati i moduli per la raccolta delle firme che dovra’ concludersi entro 90 giorni. “Abbiamo alle spalle un vero progetto – spiega l’ex ministro Quagliariello – che ha tre passaggi. Anzitutto un nuovo intervento straordinario per il Mezzogiorno, per il quale i soldi ci sono. Ma i soldi bisogna spenderli. Occorre poi sburocratizzare e creare una sola Regione e una sola classe politica per cambiare i compiti di questa regione. Infine dateci l’autonomia per camminare sulle nostre gambe”. Secondo l’ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, da anni sostenitore di una nuova istituzione che raggruppi Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, le Regioni come le conosciamo sono “fallite”. “Hanno perso credibilita’ politica e non hanno sputo fare il loro mestiere – spiega Caldoro – ma abbiamo anche un’esigenza politica rispetto alla macchina delle decisione centrale. Rispetto alla forza d’urto del regionalismo differenziato di Veneto e Lombardia, non c’e’ una risposta in difesa del Mezzogiorno”. Per Caldoro la misura del reddito di cittadinanza “non e’ una risposta adeguata. Sposta la spesa pubblica, ed e’ anche spesa aggiuntava, da una parte all’altra, ma non risolve”. “Dobbiamo avere piu’ credibilita’ – conclude – e non andare su misure assistenziali”.