Violenza contro le donne, 12 avvocati diventano modelle per un giorno: ecco il calendario

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Dodici avvocati donna diventate modelle per un giorno con l’obiettivo di ricordare, in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere, che esistono donne indifese ma anche donne forti, che hanno scelto di vestire la toga per difendere chi è vittima di abusi. È il calendario “Donne in Difesa” 2019, realizzato dall’avvocato napoletano Sergio Pisani e dal suo amico fotografo Giancarlo Rizzo. Dodici scatti che gli autori hanno voluto associare anche a 12 norme, la prima tra tutte l’articolo 24 dalla Costituzione, che tutela il diritto inviolabile di difendersi in giudizio. Le restanti undici, invece, sono inserite nel Codice Penale e tristemente note per essere state contestate, troppo di frequente nel 2018, a uomini diventati violenti perché incapaci di gestire il proprio amore “malato”. Lo scatto di gennaio testimonia e ricorda a tutti il diritto di poter ricorrere alla giustizia per difendersi, ma quelli su cui Pisani e Rizzo hanno deciso di puntare descrivono le varie forme di violenza che vedono vittime le donne. Come la violazione degli obblighi di assistenza familiare di febbraio, che lasciano le donne sole a fronteggiare le difficoltà economiche in cui cadono dopo la separazione (art. 570), la violenza sessuale di luglio (art. 609 bis) e lo stalking di novembre (art. 612 bis). Nella lista “nera” non mancano altri reati che pure sono stati protagonisti, ovviamente in negativo, del 2018, come l’omicidio stradale di marzo (art. 589 bis), gli incidenti sul lavoro di ottobre (art. 589) e il razzismo (art. 604 bis) di dicembre, che chiude l’anno che verrà. Il calendario è stato realizzato anche ricordare la prima donna avvocato d’Italia, Lidia Poet, laureata in giurisprudenza nel 1881, e le difficoltà che fu costretta a fronteggiare per farsi largo in un mondo fino a quel momento esclusivamente nelle mani degli uomini. Il calendario cerca di mettere in risalto “la figura della donna avvocato, non più soggetta alle stupide discriminazioni di un tempo ed oggi sempre più protagonista di una delle più nobili delle professioni”. “Forse non tutti sanno – si legge ancora sulla copertina – che la Corte d’Appello di Torino, con una sentenza dell’ 11 novembre 1883, annullò l’iscrizione all’Albo degli Avvocati e Procuratori della dottoressa Poet, laureata in Giurisprudenza nel 1881, prima donna avvocato. Per i magistrati di allora sussisteva il rischio che ‘si vedessero talvolta la toga o il tocco dell’avvocato sovrapposti ad abbigliamenti strani e bizzarri, che non di rado la moda impone alle donne, e ad acconciature non meno bizzarré”.