Premi, Sannio e Sorrento: unione straordinaria nel segno dell’arte

111

di Azzurra Immediato

Il Sannio ed il Fortore paiono non aver più confini allorquando, grazie all’arte ed al lavoro incredibile di menti ed animi illuminati, ogni limite spazio temporale si abbatte al fine di originare commistioni profonde, come accaduto in occasione della XXIII edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”® diretto da Mario Esposito con la cura e il coordinamento artistico del maestro sannita Giuseppe Leone, ove, tra i protagonisti anche lo street artist di fama internazionale, Jorit Agoch.
La giornata conclusiva della kermesse ha preso avvio in uno dei luoghi simbolo del Premio, il Museo Correale di Terranova, scrigno sorrentino di tesori artistici della Scuola di Posillipo, corrente vedutista napoletana che segnò la tappa del Grand Tour partenopeo e che, tra antichi reperti archeologici e dipinti fiamminghi ha aperto la sessione di conferenze, ove, tra i paesaggi di Duclère e i volti ritratti da Rubens, io come altri, abbiamo potuto assistere ad incontri incentrati sull’importanza di avviare una interazione profonda tra sistemi culturali interregionali, a partire dalla Basilicata che avrà Matera città della cultura nel 2019. L’intesa tra arte ed altri universi è poi stata resa tangibile da una interessante idea di commistione, messa in opera da Giuseppe Leone e dallo chef stellato Giuseppe Aversa, attraverso gli ‘Iconemi gastronomici’, in cui cibo e arte hanno dialogato nel segno della tradizione della Scuola di Posillipo e le straordinarie materie prime della terra e del mare sorrentini, in una rivisitazione originale della tradizione senza mai perdere di vista l’identità, determinando una commistione percettiva in grado di restituire all’immaginario comune luoghi divenuti universalmente noti. Ospitati nell’antica serra dei giardini Ruoppo del Museo, siamo stati deliziati dalla fusione di tali linguaggi: allo studio approfondito da parte dello chef della pittura di Van Pitloo, Duclère e Gigante ha fatto seguito una traduzione gastronomica ispirata e trasformata in ciò che Leone ha definito “cibo come colore”, seguendo uno dei claimdel Premio. Mentre il mare del golfo e i profumi della penisola sorrentina hanno accompagnato l’intera giornata, si è giunti a sera. Al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento , luogo deputato alle premiazioni, tra ospiti illustri del mondo della cultura, del giornalismo, della musica, del cinema, della politica e dell’arte, l’Italia e l’estero hanno sradicato i propri confini. Nella platea, d’un tratto, non era più come essere ‘solo’ a Sorrento e la cultura, come volano senza limiti, ha scandito un sincopato ritmo di azione; sul palcoscenico, sono stati premiati, tra altri, il jazzista Danilo Rea per i 40 anni di carriera, la cantante Hiromi Maekawa, i registi lucani Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, Paolo Ruffini per il teatro delle diversità, Don Antonio Loffredo, il giornalismo e il cinema d’impegno civile con Michele Cucuzza ed Anna Capasso, gli ambasciatori mondiali del cibo sorrentino Livia ed Alfonso Iaccarino, la fiction “Aldo Moro il Professore” a quarant’anni dalla morte dello Statista (premiata la protagonista Valentina Romani dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano), Povia, Bianca Atzei e molti altri.
Tra i premiati anche lo street artist Jorit, il cui linguaggio, come afferma la motivazione della vittoria “unisce
e sublima il legame con il territorio, con il Golfo, con i suoi simboli e le sue personali interpretazioni che, dagli emblemi antichi danno origine alla sua Tribù urbana”. Il giovane graffitaro, per la prima volta mostratosi a volto scoperto, con grande stupore del pubblico in platea, è stato premiato proprio da Giuseppe Leone, definito, con emozione, non solo suo professore ma suo “maestro di vita”, sottolineando quell’innegabile rapporto tra allievo e maestro, di fondante rilevanza, che oggi va rideterminato. Jorit, è vincitore per la Copertina d’Autore, divenuta immagine ufficiale della manifestazione del 2018 – ispirata dal logo del Premio, ideato da Giuseppe Leone più di venti anni fa – congiungente il Vesuvio, il Golfo e Ulisse, il mito del viaggio, come peregrinazione universale, di matrice esistenziale, che ha aperto lo sguardo sulle ‘periferie’ , intese come luogo per una rinascita dal basso.
Al Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”® tutto è emozione, stupore, sorpresa, in un crescendo continuo che ha visto alternarsi spettacolo e conoscenza, tradizione e sguardo al futuro. Persino i premi, ricevuti dai vari ospiti, sono stati protagonisti assoluti: oggetto ed opera d’arte al contempo, i cammei, con tema ‘il viaggio di Ulisse’ , realizzati dai maestri torresi Scognamiglio su bozzetto di Leone, affondano le radici in una millenaria tradizione del territorio, interpretando un rapporto iconografico unico.

Al termine di una giornata ricca, entusiasmante e soggetta alla trasversalità della cultura, sfogliando il book dedicato ed ornato dalla Copertina di Jorit dalla narrazione delle eccellenze protagoniste, si è avuta la sensazione che il mondo intero si stringesse attorno alla Campania, ove anche il nostro Sannio Fortore ha avuto un ruolo di spicco. È, invero, grazie all’apporto di Giuseppe Leone che il Premio Penisola Sorrentina ha stretto legami con l’entroterra, con Buonalbergo (Bn) luogo natio dell’artista e oggi sede di una importante realtà quale il Palazzetto delle Arti Fortore Sannio, da lui diretto e atto a divenire fulcro culturale d’eccellenza, di studio, di rapporti con il mondo, decentrando la sovranità metropolitana. Da qualche mese, alcuni progetti messi a punto hanno visto l’interazione con Mario Esposito, con Jorit ed altri importanti nomi al fine di costituire una importante rete extramoenia.