Le voci di secessione della Scozia fanno crollare la sterlina

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A cura di Antonio Arricale Il 18 settembre prossimo in Scozia, dopo ben 307 anni di appartenenza alla Corona, si terrà il referendum sulla possibile indipendenza dal Regno Unito. L’ultimo sondaggio condotto A cura di Antonio Arricale Il 18 settembre prossimo in Scozia, dopo ben 307 anni di appartenenza alla Corona, si terrà il referendum sulla possibile indipendenza dal Regno Unito. L’ultimo sondaggio condotto da YouGov durante l’ultimo week-end ha visto per la prima volta i nazionalisti in vantaggio sugli unionisti, con un divario intorno ai due punti percentuali. La secessione della Scozia provocherebbe conseguenze negative per l’economia britannica, che perderebbe gli enormi introiti derivanti dall’industria petrolifera. L’incertezza sull’esito del referendum sta facendo crollare la sterlina sui mercati internazionali, mentre lo spread tra il Gilt britannico e il Bund tedesco con scadenza decennale si è ampliato fino a 155 punti base ai massimi dal 1997. Ieri il tasso di cambio sterlina/dollaro è crollato sotto 1,61, a seguito di una notevole apertura in gap down. Stamattina i prezzi sono scesi sotto 1,6070, ai minimi da novembre 2013. A metà luglio scorso la sterlina sembrava uno schiacciasassi, tanto che sfiorava quota 1,72 sul dollaro. Da allora il valore del Cable è diminuito quasi del 7%. Secondo gli strategist valutari di Société Générale, in caso di indipendenza della Scozia, la sterlina potrebbe perdere un altro 5%. Molti analisti finanziari ritengono che l’eventuale secessione di Edimburgo da Londra possa innescare una reazione a catena nel resto del continente, dove non mancano spinte autonomiste in diversi paesi e i movimenti anti-euro e anti-europei. Nei prossimi giorni la pressione al ribasso sulla sterlina dovrebbe continuare, anche se molti investitori potrebbero essere attratti dalla possibilità di acquistare a prezzi molto bassi dopo il recente sell-off. Borse asiatiche Tokyo chiude al rialzo Giornata tentennante per le borse asiatiche, che si sono mosse in ordine sparso, risentendo di qualche incertezza sul fronte internazionale. In primo piano resta la questione Ucraina, dopo che l’Ue ha deciso di prender tempo sulle sanzioni alla Russia. La borsa di Tokyo, però, ha chiuso le contrattazioni in rialzo, favorita dalla debolezza dello yen nei confronti del biglietto verde, ai minimi degli ultimi sei anni. Ne hanno beneficiato i grandi esportatori, come Honda. A Tokyo, l’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,42% a 15771,12 punti, mentre il Topix è salito dello 0,20% a 1301,24 punti. Oltre ai grandi esportatori, la giornata ha visto brillare anche la Softbank, che ha proseguito il rally, dopo la pubblicazione dei dettagli dell’IPO della partecipata Alibaba. Tra le altre borse asiatiche Seul ha terminato in calo dello 0,33%, mentre Taiwan ha guadagnato lo 0,29%. Miste anche le altre piazze asiatiche che chiuderanno più tardi le contrattazioni, con Jakarta che cede lo 0,71%, mentre Kuala Lumpur e Bangkok limano piccole frazioni di punto. Resta a galla Shanghai +0,08%, mentre Singapore guadagna lo 0,30%. Borsa Usa A Wall Street chiusura contrastata Chiusura contrastata per Wall Street, col Dow Jones che perde lo 0,15% a 17.110,65 punti e il Nasdaq che guadagna lo 0,20% a 4.592,29 punti. In calo dello 0,31% l’indice S&P500 a 2001,49 punti. Sale intanto il valore di mercato di Facebook che supera i 200 miliardi di dollari. I titoli del social network archiviano la seduta in aumento dello 0,8%. Facebook diventa la ventiduesima azienda al mondo dietro Verizon e prima di Toyota. Oggi Apple (-0,7%) lancerà il nuovo iPhone 6, mentre Alibaba ha dato il via al roadshow di presentazione del suo collocamento alla borsa di New York. Il colosso dell’e-commerce, che dovrebbe debuttare sul Nyse il 18 o il 19 settembre ha fissato venerdì 5 i termini della sua offerta, destinata a battere ogni record in termini di raccolta e capitalizzazione di mercato nella storia delle ipo (147 miliardi di dollari). L’operazione supererebbe quella di Agricultural bank of China (133 miliardi di valore al primo giorno di scambi nel luglio del 2010), di Facebook (81,2 miliardi nel maggio del 2012) o Ups (60 miliardi nel 1999) e si confronterebbe con il concorrente Amazon (-1,2%), che capitalizza 160 miliardi. Sul fronte valutario, alle ore 22 il cambio euro/dollaro è sceso a 1,29 segnando 1,2898. Prezzi del greggio in calo. Non sono attesi per oggi importanti dati sul fronte macroeconomico. Europa Mercati in attesa Giornata all’insegna della cautela per i listini azionari europei, che restano alla finestra, in attesa di capire se la crisi in Ucraina troverà sbocchi diplomatici, mentre l’UE ha messo in stand-by le nuove sanzioni alla Russia. L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,288. Nonostante i cambi, non c’è alcuna variazione significativa per le commodities, con l’oro che scambia sui valori della vigilia a 1.255 dollari l’oncia, mentre il petrolio WTI si attesta a 93,12 dollari al barile. Lo Spread peggiora, toccando i 140 punti base, con un aumento di 5 punti base rispetto al valore precedente, mentre il rendimento del BTP decennale si attesta al 2,34%. Tra i listini europei è piatta Francoforte, che tiene la parità, mentre Londra sale dello 0,16%, dopo aver accusato ieri il contraccolpo di una “doccia scozzese”. Stessa linea per Parigi, che segna un incremento dello 0,16%. Italia Piazza Affari resta tonica Lieve aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,4%. Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari risulta incandescente Finmeccanica, che vanta un incisivo incremento del 3,82%, in vista di offerte per Ansaldo in arrivo dall’Estremo Oriente. In primo piano Telecom Italia, che mostra un forte aumento del 2,87%, dopo il rally messo a segno ieri da TIM Partecipacoes alla borsa di San Paolo, sulle voci di un’offerta per TIM Brasil. Andamento positivo per i bancari, con Banco Popolare che avanza di un discreto +1,14% e Mediolanum dell’1,09%. Tra i più forti ribassi, invece, va segnalata Pirelli, che mostra un calo dello 0,82%, dopo la bocciatura di JP Morgan a neutral. Fiacchi gli energetici, con Snam che cede lo 0,71% e Terna lo 0,64%.


I dati macro attesi oggi Martedì 9 settembre 2014 10,30 GBP Produzione manifatturiera (Mensile) 12:45 GBP Discorso del Governatore BOE Carney