“Le donne assassine, tutto quello che nessuno vi ha mai raccontato sui padri separati e sui loro figli” è il libro inchiesta del giornalista Francesco de Rosa. Il libro è stato presentato oggi presso l’Istituto di Cultura Meridionale alla presenza del presidente, avvocato Gennaro Famiglietti, del presidente del Corpo Internazionale di Soccorso, Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, della sovrintendente di Polizia a Genova, Roberta Rocco, del presidente dell’associazione “Papà e Mamma Separati”, Giacomo Rotoli, e dell’avvocato e scrittrice Emanuela Sica.
Il libro è un’inchiesta senza precedenti, un tema che coinvolge milioni di uomini, di donne e di figli. Il nuovo libro del giornalista e scrittore Francesco de Rosa, il cui ricavato sarà interamente devoluto a favore delle associazioni dei padri separati, nasce dalla frontiera, dalla testimonianza, dal bisogno d’amore che dovremmo sempre avere, dare e testimoniare. Nelle intenzioni dell’Autore anche l’idea di affermare un nuovo modo di guardare ad un problema che miete centinaia di vittime, che cambia vite umane, che scatena odi, risentimenti, livori, un mercato di compensi, una sofferenza senza fondo. Un libro/inchiesta che vuole essere anche il personale contributo dell’autore a favore dei padri separati e dei loro figli.
Un libro che è un atto d’amore e d’accusa. Amore verso tutti i figli dei padri separati costretti a vivere una vita diversa da quella che la Vita voleva essere; a subire la lontananza, l’estraneità, l’assenza del loro genitore. Accusa verso tutti coloro che, ogni giorno, contribuiscono, nei tribunali italiani, ad allargare e marcare i dissidi, i livori, le sofferenze che già sono laceranti tra chi decide di separarsi: un crimine che alimenta altri crimini e che non viene mai punito. Del quale nemmeno si parla. È un’inchiesta che l’autore voleva realizzare già da tempo e non solo perché è stato ed è, egli stesso, un “testimone oculare” coinvolto in un’assurda storia di separazione conflittuale. Ma, soprattutto, per quell’impegno verso la legalità e la giustizia che ciascuno dovrebbe avere. Soprattutto se in gioco ci sono dei figli piccoli ed innocenti. È stato un lungo lavoro per il quale si ringraziano tutti coloro che si sono resi disponibili: magistrati, avvocati, padri separati, figli negati, colleghi giornalisti, scrittori, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, donne coraggiose, docenti ed esperti vari, enti ed associazioni.