Roma, 24 ott. (AdnKronos Salute) – Favorire ai pazienti atopici l’accesso tempestivo ed equo alle terapie, riconoscere l’atopia come malattia invalidante e inserirla nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). È questo l’obiettivo dell’Osservatorio sull’atopia presentato oggi a Roma, un progetto promosso da Sanofi Genzyme insieme a un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da clinici, istituzioni e dai rappresentanti delle associazioni pazienti Andea e Federasma e Allergie. Il gruppo di lavoro intende raccogliere dati e fornire indicazioni utili a favorire un corretto inquadramento dell’atopia da un punto di vista scientifico e sociale, e una sua migliore presa in carico sotto il profilo sociosanitario. Le informazioni e i documenti raccolti e prodotti dall’Osservatorio saranno fruibili e disponibili ai decisori e al pubblico sul sito osservatorioatopia.it.
Le patologie atopiche interessano numerose persone in Italia. L’asma colpisce quasi 4 milioni di persone, mentre di dermatite atopica soffre circa il 2-5% della popolazione adulta, con una frequenza 4 volte superiore nei bambini. Significativi gli effetti sul piano lavorativo e sociale: il 75% delle persone con asma e il 50% di quelle con dermatite atopica soffrono di depressione. Secondo i dati dello studio europeo ‘Vite atopiche’ queste manifestazioni risultano spesso correlate. Quasi l’80% dei pazienti con dermatite atopica manifesta anche altre malattie atopiche che interessano le vie respiratorie quali allergie da polline (44%) e polvere (31%), asma (22%), intolleranze alimentari (28%), fino ad arrivare a malattie metaboliche, delle vie aeree e disturbi cardiaci.
In Italia, degli oltre 35 mila adulti con dermatite atopica seguiti nei centri specialistici (dermatologici, allergologici, immunologici), circa 8 mila presentano la malattia in forma grave: migliaia di persone che vivono quotidianamente con segni e sintomi persistenti e devastanti come prurito, escoriazioni, lesioni e infezioni che compromettono seriamente la qualità di vita e dai quali, molto spesso, non trovano sollievo.
“La più recente ricerca scientifica ha messo in luce il ruolo svolto dalla genetica e dai fattori ambientali all’interno dei meccanismi biologici che danno luogo alla cosiddetta ‘marcia atopica’, termine che descrive il decorso delle malattie atopiche nel paziente – spiega Giorgio Walter Canonica, direttore del Centro medicina personalizzata asma e allergologia, Istituto Clinico Humanitas di Milano – Le persone che manifestano questo tipo di reazione atopica hanno, infatti, un rischio aumentato di sviluppare una o più malattie atopiche nel corso della vita, quali per l’appunto dermatite atopica, asma, rino-congiuntivite, ma anche allergie alimentari, poliposi nasale ed esofagite eosinofila. Si tratta di patologie clinicamente differenti ma accomunate da meccanismi eziopatogenetici comuni che stiamo imparando a conoscere sempre meglio grazie ai progressi della ricerca scientifica”.
“Questo Osservatorio – sottolinea Marcello Gemmato, segretario XII Commissione Affari Sociali – serve per declinare fino in fondo quelle che sono le possibilità, anche dal punto di vista normativo, rispetto alla cura di patologie così invalidanti. Iniziative come questa possono servire a creare un approfondimento e far emergere delle esigenze che poi la classe politica dirigente di questo Paese dovrà fare proprie e declinare poi in atti pratici”.
Le ripercussioni negative causate da queste patologie interessano particolarmente un momento cruciale della vita, ovvero quello del passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza: il 30% dei pazienti pediatrici, infatti, riporta ansia dovuta alla patologia e il 52% depressione, con un ricorso maggiore a farmaci antidepressivi. Sono molti (il 39%) i giovani pazienti con dermatite atopica che hanno subito episodi di bullismo legati alla patologia. “Gli attori da coinvolgere per contrastare questo fenomeno sono molteplici, a partire dagli assistenti sociali – aggiunge Gemmato – Bisogna promuovere e creare un movimento culturale di conoscenza, per far capire a tutta la popolazione che questa non è un malattia contagiosa, e far sì che non venga messa in atto nessuna discriminazione sociale”.
“La nostra missione è dare voce alle necessità e ai diritti di queste persone -sottolinea Filippo Tesi, presidente di Federasma e Allergie Onlus – A questo scopo abbiamo promosso la nascita dell’associazione Andea, interna alla nostra rete di pazienti, che si occupa in modo dedicato alla dermatite atopica. Allo stesso modo pensiamo sia importante sostenere la promozione della conoscenza delle malattie atopiche che non sono solo dermatite atopica, ma anche asma, rinite, allergie, ecc. Malattie che necessitano di una maggiore attenzione, di cure appropriate, personalizzate ed accessibili in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale”, conclude.