La straordinaria accoglienza riservata alla “Mostra impossibile” di Leonardo, Raffaello e Caravaggio – oltre ottantamila visitatori in poco più di sei mesi – dimostra le potenzialità insite nelle nuove La straordinaria accoglienza riservata alla “Mostra impossibile” di Leonardo, Raffaello e Caravaggio – oltre ottantamila visitatori in poco più di sei mesi – dimostra le potenzialità insite nelle nuove tecnologie digitali se poste al servizio dell’arte e della sua conoscenza, usando criteri rigorosi e filologicamente impeccabili. Incoraggiati da questo straordinario risultato è stata approntata una rivisitazione della mostra rivolta alle decine di migliaia di persone che l’hanno visitata e, più in generale, a quanti desiderano approfondire la conoscenza della storia dell’arte, inaugurata alla presenza del giornalista Rai Renato Parascandolo, del Presidente dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Raffaele Iovine, dell’Assessore alla Cultura Nino Daniele, del direttore del CPTV Rai di Napoli Francesco Pinto e del fondatore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Gerardo Marotta. “Dopo il successo a San Domenico per una Mostra Impossibile, l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale vuole rilanciare il proprio impegno per la città con un nuovo allestimento ricco di novità – ha detto Raffaele Iovine, Presidente dell’Associazione, durante la presentazione al pubblico. Sta funzionando con enorme successo il modello di collaborazione pubblico-privato che oggi si arricchisce con un nuovo tassello che è la collaborazione con il Museo di Capodimonte per andare sempre più a formare un forte polo culturale dell’arte a Napoli“. Dal 22 luglio al 10 ottobre, nel grande refettorio del Convento di San Domenico Maggiore si potranno ammirare su uno schermo di considerevoli dimensioni (10m x 5m) le immagini di 117 capolavori di Leonardo, Raffaello e Caravaggio riprodotte in altissima definizione e nei minimi dettagli. L’illustrazione delle opere è affidata a venti giovani laureati e dottori di ricerca in Storia dell’arte di diverse città italiane che si alterneranno in un ciclo di incontri serali dedicati ai tre artisti. La ricostruzione delle rispettive biografie è affidata alla proiezione di film, fiction e documentari realizzati dalla Rai in oltre mezzo secolo: dal primo Caravaggio interpretato da Gian Maria Volontè agli spettacoli teatrali realizzati da Dario Fo espressamente per il progetto delle Mostre impossibili. “Coniugando nuove tecnologie e rigore scientifico – ha dichiarato Renato Parascandolo, ideatore della Mostra Impossibile – contiamo di trasformare il convento di San Domenico in una “casa della cultura digitale” grazie alla collaborazione tra la Rai, il Comune di Napoli, l’Istituto per gli Studi Filosofici e l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale”. Sul legame e sul rilancio della cultura in città si sofferma l’Assessore alla Cultura Nino Daniele: “Le mostre impossibili uno dei più grandi successi di visitatori e di pubblico che Napoli ricordi negli anni recenti si riconfigura e apre nuove frontiere. Si attualizza e si lega a Capodimonte. Due luoghi della cultura universale si uniscono tematicamente per offrire ai cittadini ed ai turisti una emozione ed una esperienza intellettuale con l’ausilio delle più avanzate tecnologie.Un percorso nelle conquiste dello spirito umano quando esso è posto al servizio della bellezza e del bene” L’esposizione comprende anche una sezione dedicata a Leonardo di cui si presenta l’intera opera pittorica (17 dipinti) riprodotta in dimensioni reali e ad altissima definizione. In particolare, i visitatori potranno ammirare “L’ultima cena” in una versione multimediale e interattiva che consente di addentrarsi nei dettagli dell’opera fino a osservarne le screpolature dell’intonaco. Completano l’esposizione leonardesca cinque macchine costruite attenendosi scrupolosamente ai suoi disegni: un ulteriore esempio del valore che assume la riproduzione nella divulgazione delle conoscenze artistiche e scientifiche. Un’ulteriore novità di questa Mostra impossibile è la compresenza di riproduzioni e opere autentiche come il prezioso Cristo benedicente –tratto da un perduto prototipo di Leonardo e dipinto su tavola secondo l’iconografia del Salvator Mundi – e il bellissimo abito in damasco che rivestiva il corpo di Isabella d’Aragona, ora sepolta nella Sacrestia della Chiesa di San Domenico Maggiore. Questo esperimento d’ibridazione si prolunga fino al Museo di Capodimonte dove è stato tracciato un percorso espositivo che propone quindici dipinti ispirati a Leonardo.