L’Ambasciata italiana si riorganizza dopo l’assalto di Tripoli

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In foto Giuseppe Perrone, ambasciatore d'Italia in Libia
Non ci vuole un esperto in terrorismo internazionale per immaginare questo momento delicato per la politica immigratoria, come uno dei più pericolosi per il nostro Paese nella terra principale degli sbarchi: La Libia. Ma quando ad essere un obbiettivo e’ una Ambasciata, non solo la faccenda si fa estremamente seria, ma essendo la diplomazia anche una interfaccia per il dialogo, è chiaro che qua c’è ben poco da parlare quando per la prima volta l’Italia nel bene e nel male, favorevoli e contrari, si sta opponendo al modulo di gioco imposto per la fuga dei disperati. Così, uno degli obiettivi dell’attacco di pochi giorni fa, sferrato  all’alba nella capitale libica, sarebbe stata la sede dell’ambasciata italiana. Lo riporta anche il sito ‘Libya Times’, secondo il quale “due missili Grad sono stati lanciati contro l’ambasciata italiana di cui l’Ambasciatore, e gli uffici del primo ministro” libico, Fayez al-Serraj, colpendo invece il quarto piano del vicino Hotel al-Waddan.
Testimoni oculari, citati da ‘Libya Times’, hanno riferito che il primo missile ha mancato l’ambasciata di “pochi metri” e ha colpito l’albergo, provocando tre feriti, come ha reso noto il ministero dell’Interno del governo di concordia nazionale. Il secondo missile ha mancato gli uffici di al-Serraj su al-Sikka Road centrando un’altra casa, senza provocare vittime. L’identità del gruppo che ha sferrato l’attacco, sottolinea il sito, resta ignota, ma “molti accusano la Settima Brigata” di Tarhuna, mentre altri le “Milizie basate nelle caserme di Hamzah , situate in un’area a ovest di Tripoli”. Jamal al-Kafali, un giornalista che lavora per l’ambasciata libica in Tunisia, ha pubblicato una foto sulla sua pagina Facebook, confermando che i missili erano indirizzati contro l’ambasciata italiana e gli uffici di al-Serraj. Fonti diplomatiche hanno spiegato che l’ambasciata non è stata coinvolta nell’attacco e che il personale diplomatico italiano è rimasto illeso.
Intanto non regge il cessate il fuoco nella zona sud di Tripoli. Secondo quanto scrive su Twitter ‘Libya Observer’, i gruppi in conflitto hanno rotto la tregua lanciando “colpi di mortaio” in modo indiscriminato su diversi quartieri della capitale” libica. Tra questi uno ha colpito anche l’Hotel Waddan, poco distante dalla sede dell’Ambasciata italiana a Tripoli, in Libia. Lo ha riferito il sito d’informazione ‘Libya Observer’, che parla di un bilancio di tre feriti. Fonti diplomatiche hanno spiegato che l’ambasciata non è stata coinvolta nell’attacco e che il personale diplomatico italiano è illeso. Sporadici scontri a fuoco e lanci di razzi hanno spinto le autorità libiche a chiudere per 48 ore l’aeroporto internazionale di Mitiga, a Tripoli, e a dirottare i voli sullo scalo di Misurata. Lo ha riferito il sito d’informazione ‘Libya Herald’, precisando che il provvedimento è entrato in vigore ieri dopo che gli scontri tra le milizie, inizialmente limitati alla zona sud della capitale, hanno interessato altre aree di Tripoli. Secondo le autorità locali, almeno 16 razzi sono caduti nei quartieri di Arada, Girgarish, Ghoat Shaal, Siyahia, Wadi Rabea, Furnaj, Sug Juma e Mitiga.
“I governi di Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti condannano fermamente la continua escalation di violenza a Tripoli e nei suoi dintorni, che ha causato molte vittime e che continua a mettere in pericolo la vita di civili innocenti. Ribadiscono che il Diritto Internazionale Umanitario vieta di colpire la popolazione civile e di sferrare attacchi indiscriminati”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Farnesina in merito agli scontri degli ultimi giorni nella capitale libica. “Questi tentativi di indebolire le legittime autorità libiche e ostacolare il corso del processo politico sono inaccettabili – prosegue la nota – Esortiamo tutti i gruppi armati a cessare immediatamente ogni azione militare e avvertiamo coloro che compromettono la sicurezza a Tripoli o altrove in Libia, che saranno ritenuti responsabili di tali azioni”. “Riaffermiamo il nostro forte e costante sostegno al piano d’azione delle Nazioni Unite, come ricordato dal Presidente del Consiglio di Sicurezza il 6 giugno e dal Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite Ghassan Salamé il 16 luglio – si conclude la nota -. Invitiamo tutte le parti ad astenersi da qualsiasi azione che possa mettere in pericolo il quadro politico stabilito con la mediazione dell’Onu, e pienamente sostenuto dalla comunità internazionale”.
Il comunicato congiunto di Italia, Francia, Regno Unito e Usa segue l’escalation di violenza che in una settimana ha provocato 39 morti e oltre 100 feriti a Tripoli.