Investire investire
Ecco il problema

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Investire, investire, investire. Ecco l’imperativo categorico che dovrebbe catturare tutta la nostra attenzione se vogliamo davvero far ripartire il Mezzogiorno e con esso l’intero Paese. Al di là delle interessanti performance del premier Renzi in Europa, il problema resta il Investire, investire, investire. Ecco l’imperativo categorico che dovrebbe catturare tutta la nostra attenzione se vogliamo davvero far ripartire il Mezzogiorno e con esso l’intero Paese. Al di là delle interessanti performance del premier Renzi in Europa, il problema resta il mercato interno e la società variamente intesa che lo rappresenta. Chiunque abbia un po’ di esperienza internazionale sa che l’attitudine ad accogliere e favorire il business, gli affari, è al centro di qualsiasi politica di crescita che si rispetti. Gli strumenti sono importanti, molto importanti, ma non sufficienti a garantire capacità di attrazione. E senza attrazione non c’è bel discorso che tenga. Che siano esteri o di casa, per formare il reddito e creare occupazione occorre che i capitali si decidano a eleggere l’Italia come meta del loro viaggio. Attirarli è un’arte. Occorre avere capacità di persuasione ma ancora di più argomenti validi e concludenti per non cascare nella retorica di una sterile propaganda. Insomma, è il sistema Paese che deve agire e reagire. E il sistema Paese siamo tutti noi con i nostri comportamenti, la nostra forza di volontà e le nostre debolezze, l’intenzione che mettiamo nelle azioni, la somma delle virtù e delle scostumatezze individuali che come noci nel sacco tutte insieme fanno rumore e si sentono. Il rumore-segnale che si ascolta oggi non deve essere molto rassicurante se solo l’1 per cento degli investimenti esteri e di quelli locali sceglie il Mezzogiorno come propria destinazione. In mancanza di un mercato privato, il territorio si affida alla spesa pubblica senza la quale non avrebbe risorse nemmeno per la sopravvivenza. In questo numero presentiamo due nuove storie e ne ricordiamo una terza di capitani coraggiosi – Marco Zigon, Pasquale Esposito, Paolo Scudieri – che nelle loro politiche di espansione scelgono di scommettere o di mantenere qui il proprio quartier generale pur avendo la possibilità di fissarlo ovunque nel mondo. La nostra idea è che andrebbero apprezzati, sostenuti, premiati.