Se una quindicenne vuole farsi stuprare

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Non è difficile, ma neppure facile. Deve avere genitori che le consentano di andare in discoteca fino alle cinque del mattino. Lì, anziché stare col gruppo dei suoi amici e tornare a casa con loro, fare amicizia con uno sconosciuto, per di più straniero e consentire che la corteggi. Poi, farsi accompagnare da lui. Non passando per il centro, meglio per la spiaggia deserta. A quel punto, offuscata dall’alcol o altro, non ha la lucidità né la forza di opporsi. Se il bastardo non è proprio un santo, pensa che la ragazza ci stia. Poi, magari, è deluso di non trovarla vergine. Pazienza.

È morale, educativo, esemplare, sportivo dare tale valore a chi fa pagare le tasse ai tifosi?
Da quando è stato acquistato un campione, famoso come evasore fiscale quanto come calciatore, non si può esserne ammiratori. Retribuire un uomo cinque milioni di euro al mese è immorale. Valutarlo e idolatrarlo talmente, specie quando dietro l’angolo c’è chi non trova lavoro e tanti altri che muoiono di fame, è un peccato mortale. Il 95% degli italiani non guadagna un milione dell’intero arco della vita. Lui, invece, in meno di una settimana. Non si può applaudire. Meno male che c’è un’altra Italia, quella di chi crede nell’onestà e nella giustizia sociale.

Sembra scritto oggi, invece è del 1871. Da “Frammenti di Diario intimo” del filosofo Henry-Fredric Aniel
La democrazia arriverà all’assurdo di affidare la decisione delle cose più importanti ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell’Uguaglianza, che dispensa l’ignorante dall’istruirsi, l’imbecille dal giudicarsi, il bambino dal diventare uomo, il delinquente dal correggersi. L’interesse pubblico andrà in pezzi per i disastri che ne verranno. Perché non riconosce la differenza di valore, di merito, di cultura, di esperienza, cioè la fatica individuale. Culminerà nel trionfo dell’appiattimento e della feccia. Ecco come si pagheranno le conseguenze dell’adorare le apparenze.

Siamo incontestabili, pretendiamo sempre di più
A parte pochi milioni di poveri, siamo quasi tutti proprietari dell’appartamento in cui viviamo. Pure chi non ha voglia di lavorare ha la casa al mare. Nonostante siamo il popolo più corrotto e ignorante, accumuliamo i risparmi più alti al mondo. L’unico a non essere colpito dal terrorismo. Rubiamo senza finire in galera. Tutt’al più ai domiciliari. E non ci basta. Passiamo con disinvoltura da sinistra a destra e inventiamo persino il populismo. Ma continuiamo a lamentarci perché, dopo soli due mesi e mezzo, il governo non ha ancora realizzato tutto ciò che ci aveva promesso.

Tanto odio e insulti sono sintomi di debolezza non indice di ragione
Non essendo io di sinistra, né di questa destra, mi rendo obiettivamente conto che nessuno è migliore dell’altro. C’è, però, chi tenta di essere peggiore. E ci riesce bene, disprezzando chi non la pensa come lui. Debbo ammettere che, seppure pieni di difetti, quelli di sinistra hanno la dignità, che magari perdono in altre circostanze, di non insultare chi è di destra. Di non votare per il MS nei ballottaggi per non fare vincere gli altri. Di non dileggiare i rivali quando la maggioranza ce l’avevano loro. Tutt’al più gli danno del razzista. E, in qualche caso, non gli si può dare torto.

Risolto troppo presto il problema dei migranti
Non ne vengono più. Non c’è un porto dove sbarcare. Abbiamo risolto il problema. Ma ce ne sono altri. Da dove cominciare? Il lavoro lasciamolo da parte, nessuno ne ha voglia. Le opere pubbliche è tempo perso. Tanto, poi crollano. La corruzione magari riguarda i nostri elettori che non ci voterebbero più. La giustizia è un tema scottante. Per migliorare le condizioni dei pendolari serve competenza. Lo sviluppo del Sud, chi se ne frega. Tutto sommato è meglio che tornino i gommoni. Respingerli è la sola cosa che sappiamo fare. Gli italiani ci credono bravi lo stesso.

Una vergogna italiana perfettamente bipartisan
Non essendo rassegnato a non avere più un facile avversario nella sinistra, ormai inesistente, c’è chi si ostina a darle ugualmente addosso senza senso. L’accusa è di non avere espresso sufficiente cordoglio per i 43 morti e gli sfollati di Genova. Per la verità, le critiche – inopportune, essendo le responsabilità di tutti – hanno prevalso sul dolore. E, questa volta, anche la dignità di non fingere. Sono, infatti, 25 anni che l’iniqua concessione viene rinnovata e prorogata da qualsiasi governo, di destra, di sinistra e persino tecnico, senza alcuna opposizione, forse interessata.