Adler, Ansaldo Breda, Msc: ecco chi crea valore a Napoli

51

La principale città del Mezzogiorno diventa capitale d’Italia per quanto riguarda la capacità, da parte delle sue aziende medio grandi, di creare valore. Lo stabilisce un’indagine di K Finance commissionata da La principale città del Mezzogiorno diventa capitale d’Italia per quanto riguarda la capacità, da parte delle sue aziende medio grandi, di creare valore. Lo stabilisce un’indagine di K Finance commissionata da Borsa Italiana e condotta su un campione di 52mila imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Mettendo a confronto i bilanci degli anni 2011 e 2012 si scopre che nessuno, in Italia, ha un indice di produttività superiore a quello delle aziende di Napoli e provincia. Che, stando ai dati diffusi dalla società specializzata in analisi di mercato e delle dinamiche industriali, registrano un incremento del 103 per cento. Per capire quanto rilevante sia questo dato basta osservare come la seconda pronvincia di questa speciale classifica, Varese, sia ferma a un più 39,2 per cento. Se però vogliamo mettere Napoli a confronto con la Capitale d’Italia o con aree a forte vocazione industriale come Milano scopriamo un divario ancora più grande: Roma chiude il 2012 con un decremento di valore generato pari allo 0,3 per cento, Milano perde l’8,3 per cento e Torino addirittura il 33,3 per cento. Ma come si determina la creazione di valore? I parametri presi in considerazione sono dimensione delle singole imprese, brevetti, marchi e know how in portafoglio, redditività, tasso di rescita e vantaggio competitivo. L’analisi di K Finance, inoltre, prende in considerazione voci di bilancio come l’attivo fisso, il capitale circolante netto, il capitale investito, i costi fissi, i debiti finanziari, i mezzi propri e i ricavi. Il risultato di Napoli è eccellente in termini di crescita netta e discreto se ristretto alla quantità di valore creato. Infatti nel 2012, ultimo anno preso in analisi, le grandi imprese partenopee generano un giro d’affari pari a 3 miliardi di euro e si piazzano al ventunesimo posto della Top 25, guidata da Milano (146,6 miliardi), Roma (57 miliardi) e Torino (18,5 miliardi). Tre realtà che, però, vedono regredire la propria industria mentre Napoli cresce. È interessante, tra l’altro, analizzare l’andamento storico della creazione di valore nel napoletano: 3,7 miliardi di euro nel 2009, 5,6 miliardi nel 2010, 1,4 miliardi nel 2011 e 3 miliardi nel 2012. I motivi dell’exploit Per capire da cosa dipende la poderosa progressione delle grandi aziende napoletane abbiamo interpellato l’amministratore delegato di K Finance, Filippo Guicciardi. “Napoli avanza grazie alle ottime performance di Ansaldo Breda e ai risultati conseguiti da settori come agroalimentare, farmaceutica e moda. Ecco chi traina la ripresa Ansaldo Breda è l’esempio citato da K Finance: la società chiude l’ultimo bilancio con ricavi pari a 16 miliardi di euro. Guida un ristretto gruppo di società composto da Alenia (3,3 miliardi di ricavi), Adler (1 miliardo), Gruppo Grimaldi (2,9 miliardi), Msc (23 miliardi), Ar industrie conserviere (300 milioni), Caffé Motta (500 milioni), La Doria (400 milioni). Aumentano le grandi imprese Un approfondimento molto significativo analizza il numero delle medie e grandi aziende. Napoli, nel raffronto tra 2011 e 2012, raggiunge quota 1428 unità con un incremento netto del 2,7 per cento. E anche in questo caso entra nella top 25 nazionale, guidata da Milano che di imprese con classe di fatturato superiore ai 5 milioni ne ha 7600 (crescita del 14,6 per cento in un anno). Fatturato in crescita Un discorso a parte, nell’indagine di K Finance, viene fatto per il fatturato aziendale. In testa alla graduatoria troviamo Milano con 447,1 miliardi di euro e un incremento annuale del 22,8 per cento. Seguono le province di Roma (396,3 miliardi, più 20,2 per cento) e Torino (85,7 miliardi, più 4,4 per cento) mentre Napoli è al quattordicesimo posto con un fatturato complessivo di 27,5 miliardi di euro e un incremento dell’1,4 per cento nel raffronto tra 2011 e 2012. Il risultato di Napoli è reso ancora più importante dal fatto che quella campana è l’unica realtà del Sud presente nella Top 25. Qualche spiraglio di luce, il Mezzogiorno, lo intravede nella cosiddetta Next 10, la speciale classifica riservata alle dieci province che vengono subito dopo quelle a maggiore tasso di crescita. In questo gruppo, guidato da Chieti, troviamo Caserta al sesto posto. Su un campione di 308 imprese analizzate l’area di Terra di Lavoro registra un incremento dei ricavi, nel raffronto tra 2011 e 2012, pari all’8,5 per cento. Si passa, infatti, dai 6,1 ai 6,6 miliardi di euro. Segno evidente del fatto che, nonostante il perdurare della crisi, qualche segnale di ripresa dell’economia comincia a venire fuori. Anche se, per il momento, sembra tutto circoscritto esclusivamente ai dati statistici. La percezione reale è molto più negativa.


La top 25 del fatturato