Teatro San Carlo, omaggio a Nureyev a 80 anni dalla nascita

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Mantenere viva la memoria di un’arte destinata a non morire mai: il Teatro di San Carlo ricorda e celebra il ballerino Rudolf Nureyev, per commemorare gli 80 anni dalla nascita e i 25 dalla prematura scomparsa. In suo omaggio saranno dedicate due serate: sabato 28 luglio alle ore 20.00 e domenica 29 luglio alle ore 17.00. Sul palcoscenico del Massimo napoletano sarà una numerosa selezione di balletti a ripercorrere la sua formazione artistica e il contesto storico che ha visto elevarne l’imponente figura nel panorama coreutico. La linea coreografica scelta si muoverà da classici del repertorio a versioni firmate dal ballerino russo e da suoi grandi contemporanei. Tra i brani in programma, verranno eseguiti vari pas de deux, tratti dai balletti del grande repertorio come Il Lago dei Cigni, la Bayadère, il Don Quixote, Raymonda, Sheherazade, Coppelia, a firma dei più celebri coreografi. Ci saranno, inoltre, adattamenti di Giuseppe Picone – étoile e direttore del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo – tra i quali il pas de deux dal secondo atto de La Bella Addormentata nel Bosco.
Condivideranno la scena tre étoile ospiti, primi ballerini del Wiener Staatsballetts: Maria Yakovleva, Liudmila Konovalova e Jacob Feyferlik. Solisti del San Carlo Claudia d’Antonio, Anna Chiara Amirante, Luisa Ieluzzi, Candida Sorrentino, Alessandro Staiano, Salvatore Manzo, Stanislao Capissi ed Ertugrel Gjoni. Sulla scena tutto il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo.
Saranno eccellenze contemporanee a rendere un tributo “doveroso – afferma Picone – per un vero Artista, del balletto e della coreografia”. Attraverso queste due anime la figura di Nureyev si è resa immortale. La pura tecnica viene legata all’arte dell’interpretazione, insieme a uno straordinario talento e una severa disciplina. Il balletto ne risulta, così, intimamente trasformato: la figura maschile, in particolare, riscopre una diversa valorizzazione. È una lezione che trova dimensione pratica soprattutto nelle coreografie da lui curate, ancora oggi riprese nei principali teatri internazionali. Lascia un’eredità enorme, tale da superare i confini stessi della danza: Nureyev è vivo esempio di arte che, come scrive nella sua celebre “Lettera alla Danza”, si trasforma in “senso del proprio essere”.