Italia, olio: nasce l’accordo di filiera in difesa del marchio tricolore nel mondo

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Fa squadra la filiera dell’olio italiano per difendersi dalle multinazionali che acquisiscono marchi tricolori al fine di sfruttarne l’immagine sui mercati nazionali e internazionali. E’ stato annunciato questa mattina a Roma, nel corso del convegno “Filo d’olio, segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta” promosso dalla Federazione nazionale del commercio oleario (Federolio), un accordo di filiera da un quantitativo di 10 milioni di chili ed un valore di oltre 50 milioni di euro. L’obiettivo è quello di stabilizzare le condizioni di vendita e garantire la diffusione del 100% made in Italy “anche in virtù- dicono gli operatori- di un competitor come la Spagna sempre piu’ aggressivo commercialmente con i suoi 2 milioni di tonnellate”. L’intesa e’ stata firmata da Coldiretti, Unaprol (Consorzio olivicolo italiano), Federolio e Fai S.p.A. (Filiera Agricola Italiana) con il coinvolgimento- si legge in una nota- delle principali aziende di confezionamento italiane. I prodotti in commercio riporteranno il marchio a tre spighe degli agricoltori Fai come annunciato dal presidente di Federolio Francesco Tabano. Il contratto, operativo dalla campagna olivicola in corso, ha durata pluriennale. Nel corso della presentazione dell’iniziativa sono stati resi noti anche i dati di una ricerca Doxa commissionata dalla Federazione nazionale del commercio oleario per approfondire il rapporto tra gli italiani e l’olio d’oliva. Dall’indagine emerge che l’olio extravergine d’oliva è risultato di gran lunga il piu’ utilizzato (85% del campione). L’analisi di mercato ha mostrato inoltre anche una variabilita’ nel costo per l’acquisto con il 39% degli italiani che mediamente spende meno di 6 euro al litro, il 48% che spende da 6 a 10 euro ed il restante 13% che va oltre i 10 euro. E’ stato registrato infine che l’acquisto avviene presso la grande distribuzione per quasi la metà del campione (56%) con un prezzo medio di 6,2 euro al litro ed una frequenza d’acquisto inferiore al mese. Nello specifico si segnala che il 33% lo acquista direttamente nel luogo di produzione con un prezzo medio che raggiunge gli 8,4 euro/l. Gli acquisti che avvengono un paio di volte l’anno sono pari al 32%, una volta l’anno 26%.