Economia del mare, Srm: Nei porti del Mediterraneo il traffico container cresce del 500% in 20 anni

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Negli ultimi venti anni, il traffico container nel Mediterraneo è cresciuto di 6 volte, pari al +500%: i primi 30 porti del Mediterraneo hanno superato 50 milioni di Teu, soprattutto grazie al Canale di Suez, agli investimenti della Cina e a importanti investimenti nei porti. Lo ha sottolineato Srm, centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, che ha presentato oggi a Napoli la quinta edizione del Rapporto “Italian Maritime Economy”. In particolare, nel Mediterraneo 19 porti hanno superato la soglia del milione di Teu. E’ cresciuto il ruolo degli scali del Sud Med e del Nord Med rispetto al Nord Europa nel mercato containerizzato: dal 2008 ad oggi il Nord Europa ha perso 6 punti percentuali (quota di mercato attuale 40%) mentre il Med ha guadagnato 5 punti (quota di mercato attuale 41%). Secondo l’indagine, gli scali del Sud Mediterraneo, Nordafrica e Turchia, dal 2004 ad oggi hanno quasi notevolmente ridotto il gap competitivo con i porti del Nord Mediterraneo: il divario, che nel 2004 era di 26 punti, oggi e’ solo di 6. Il gap si è ridotto di 20 punti anche nei confronti del Northern Range passando da 50 a 28 basis point.
– Il Canale di Suez ha registrato crescite record, chiudendo il 2017 con 909 milioni di tonnellate transitate e 17.550 navi, con un aumento del +11% sul 2016. E’ aumentato del 20% il traffico nella direzione Nord-Sud, che rappresenta il 52,6% del totale traffico merci del canale, mentre e’ praticamente stabile quello nella direzione opposta (+3%). Nella direzione Nord-Sud del Canale permane il Sud Est Asiatico la prima regione di destinazione delle merci in transito con il 27% del totale, mentre nella direzione opposta prevale l’area North, West Europe & Uk con il 30% del totale. L’analisi per origine delle merci vede prevalere nella direzione Nord-Sud l’area North, West Europe & Uk con il 21,6% del totale; nella direzione opposta prevale il Sud Est Asiatico con il 35,6% ed a seguire il Golfo con il 34,8%.
Prosegue, inoltre, in modo incisivo la Belt & Road Initiative, nota come via della Seta, con grandi investimenti nel Mediterraneo in porti e terminal. Il programma di investimenti interessa tutto il Mediterraneo con ingenti investimenti nei porti, in particolare in terminal e infrastrutture intermodali. Anche Spagna interessata dopo Grecia, Turchia, Israele, Italia, Egitto, Belgio e Olanda. La Bri attiverà circa 1.400 miliardi di dollari di investimenti infrastrutturali per realizzare e rafforzare opere marittime, stradali, aeroportuali e ferroviarie. Sino ad sono stati censiti progetti pari a 41 mld di dollari di cui il 20% circa in porti. Vi saranno nuovi investimenti lungo la via della Seta: secondo le previsioni gli investimenti consentiranno alla Cina di realizzare, al 2020, un export nei paesi interessati di circa 780 miliardi di dollari ed un import di 570. Gli investimenti della Cina in porti e terminal del Mediterraneo hanno toccato i 4 miliardi di euro; ancora investimenti nel 2017 tra cui Valencia; con questa operazione il dragone conquista un importante caposaldo nel Mediterraneo occidentale, dopo quello del Pireo nella parte orientale e del porto di Zeebrugge nel Nord Europa, particolarmente importante per gestire in autonomia i trasbordi di merce verso Regno Unito e Paesi scandinavi.