COMINCIA il Comune di Napoli. Seguiranno altri enti pubblici della Campania, tutti interessati a fare cassa con le società partecipate. COMINCIA il Comune di Napoli. Seguiranno altri enti pubblici della Campania, tutti interessati a fare cassa con le società partecipate. Sì, è vero, l’Unione Europea chiede di liberalizzare il mercato ma la verità è che tante aziende pubbliche sono diventate un peso per quelle amministrazioni che, a conti fatti, hanno dimostrato incapacità gestionale e scarsa propensione ad ottenere utili. Da lunedì 7 aprile ogni giorno è buono, a Palazzo San Giacomo, per pubblicare i bandi di cessione di varie quote che il Comune di Napoli detiene in alcune delle sue partecipate. Dall’opera di dismissione l’assessore competente, Salvatore Palma, conta di ricavare circa 70 milioni di euro. Se a questi aggiungiamo i ricavi che possono maturare i Comuni delle altre province e la Regione si arriva tranquillamente a mezzo miliardo di euro. Pacchetto da 50 milioni – Le aziende che il Comune di Napoli mette sul mercato, per la quota di propria competenza, sono Anm (al 40 per cento), Autostrade Meridionali, Ceinge, Gesac e Stoà. Dalla sola cessione delle quote dell’ex Atn l’amministrazione del sindaco Luigi de Magistris conta di incassare 50 milioni di euro (ciò significa che il valore complessivo è di 120 milioni almeno, ndr). Non solo. Nel bando verrà inserita anche una clausola che assegna al nuovo partner la gestione del servizio. Dal trasferimento ai privati delle quote che Palazzo San Giacomo possiede in Autostrade Meridionali, Ceinge, Gesac e Stoà si conta di ricavare altri 20 milioni di euro. L’effetto prodotto è duplice: miglioramento del flusso di cassa, grazie all’ingresso di liquidità in bilancio, e riduzione degli oneri attraverso una minore incidenza del peso gestionale delle aziende. Il piano di dismissione non si ferma a queste cinque aziende perché entro la fine del 2014 il Comune conta di passare da 21 a 8 partecipazioni azionarie. L’affare Asia – Attenzione, però, perché in portafoglio ci sono delle società che potrebbero garantire un ritorno economico ancora più significativo. Su tutte Asia, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata. Dalla sua vendita il Comune di Napoli potrebbe ricavare fino a 180 milioni di euro. Poco meno, circa 168 milioni, per la dismissione di Mostra d’Oltremare, soprattutto se l’area di riferimento dell’azienda dovesse diventare polo fieristico e congressuale di livello internazionale. Un buon affare sarebbe anche Bagnolifutura, il cui valore è stimato intorno ai 15 milioni di euro. I gioielli della Regione – Il pezzo pregiato di Palazzo Santa Lucia è l’Eav, holding del trasporto pubblico locale. Nelle intenzioni dei vertici della Regione la vendita dell’intero pacchetto azionario del gruppo dovrebbe fruttare non meno di 150 milioni di euro. E’ vero che in bilancio il passivo risulta essere consistente, nonostante le operazioni di ridimensionamento non siamo lontani dal mezzo miliardo di euro, però l’Ente Autonomo del Volturno possiede un patrimonio immobiliare stimato in 100 milioni di euro. Occhio anche all’Air, altra azienda di proprietà della Regione: metterla sul mercato garantirebbe un introito di circa 40 milioni di euro. Molto basse, invece, le quotazioni delle altre partecipate regionali tra le quali sono la neo costituita Campania Ambiente e Servizi, se ben gestita, potrebbe garantire un introito del valore di mezzo milione di euro. Già dismessa da tempo, invece, la società di trasporto marittimo Caremar, la cui valutazione non supera i 6 milioni di euro a causa di un bilancio costantemente in rosso e di oneri di servizio particolarmente gravosi. L’azienda, infatti, è obbligata a garantire una quota minima di servizio pubblico che, di fatto, non garantisce profitti a chi la gestisce. L’ultimo piano di dismissioni della Regione Campania risale all’estate del 2013 e prevede la cessione delle quote detenute in Acn (30 per cento), Art Sannio (49 per cento), Asse (2,44 per cento), Bagnolifutura (7,5 per cento), Caan (3,74 per cento), Mostra d’Oltremare (20,68 per cento), Polo Tecnologico dell’Ambiente (11,85 per cento). Introito stimato un centinaio di milioni di euro. Non solo vendite, prima ridurre le spese – Ma è alla riduzione delle spese che guarda con interesse Palazzo Santa Lucia, visto che mantenere il carrozzone delle partecipate costa ogni anno qualcosa come 700 milioni di euro. La mappa in Campania Con la dismissione delle Province le partecipazioni di questi enti sono destinate a passare in mano ai privati. In Campania le uniche realtà con un patrimonio interessante sono gli enti provinciali di Napoli e Salerno. Il primo è in Acn (25 per cento), Agenzia di Sviluppo dell’area metropolitana di Napoli (100 per cento), Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana (100 per cento), Autostrade Meridionali (5 per cento), Bagnolifutura (2 per cento), Ceinge (18 per cento), Centro agroalimentare di Napoli (3,99 per cento), Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli (100 per cento), Patti Territoriale della Penisola Sorrentina (9,57 per cento), Sapna (100 per cento), Trianon Viviani (28,25 per cento). Un business complessivo da 50 milioni che, però, non si capisce bene che fine faranno. La Provincia di Salerno, invece, conta di incassare 1,7 milioni dal 32 per cento della società Aeroporto di Salerno (intera vale circa 6 milioni), 1,5 milioni circa dal 26 per cento detenuto nel Cstp (valore complessivo 5 milioni), 12 milioni dal 100 per cento di Arechi Multiservice e mezzo milione dall’intero pacchetto azionario di Ecoambiente. Il caso Centrale del Latte – L’azienda più florida, insieme alla holding Salerno Energia, del Comune amministrato dal sindaco Vincenzo De Luca vale circa 12 milioni di euro. Ma fatica a trovare acquirenti. Sembra interessata la Centrale del Latte di Torino mentre si è già defilato Angelo Mastrolia, imprenditore salernitano a capo della New Lat oltre che titolare dei marchi Ala, Buitoni, Giglio, Matese, Pezzullo, Polenghi, Torre in Pietra. Il prezzo chiesto dal Comune di Salerno è giudicato troppo alto. Ma l’affare, presto o tardi, si farà. Stessa sorte dovrebbe toccare alla già citata Salerno Energia, che Palazzo di Città conta di vendere per almeno 20 mln di euro.
LE SOCIETÀ CHE VALGONO DI PIÙ – Asia Napoli: 180 milioni – Mostra d’Oltremare: 168 milioni – Eav: 150 milioni – Anm: 120 milioni – Air: 40 milioni – Salerno Energia: 20 milioni – Bagnolifutura: 15 milioni – Arechi Multiservice: 12 milioni – Centrale del Latte di Salerno: 12 milioni – Aeroporto di Salerno: 6 milion