Agricoltura, aumenta l’uso dei pesticidi, calano i più tossici

118

Dopo oltre dieci anni di diminuzione, sono tornate ad aumentare in Italia le vendite di pesticidi, che nel 2015 sono state pari a 136.055 tonnellate, comunque inferiori alle 150.000 del 2002 (anno in cui si è avuto il massimo). Significativo invece il calo delle vendite dei prodotti tossici e molto tossici, che nel periodo di riferimento segnano un -36,7% rispetto al massimo di oltre 5.000 tonnellate raggiunto in passato. Lo rivela il rapporto dell’Ispra (il centro studi del Ministero dell’Ambiente) sui pesticidi nelle acque, presentato stamani a Roma. La media nazionale delle vendite riferite alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è pari a 4,6 kg/ha. Si collocano al di sopra: Veneto con oltre 10 kg/ha, Provincia di Trento, Campania ed Emilia Romagna che superano gli 8 kg/ha e Friuli-Venezia Giulia 7,6 kg/ha. Alla diminuzione delle vendite però non corrisponde un’analoga diminuzione della frequenza di pesticidi nelle acque. Nel periodo 2003-2016 sono aumentati il numero delle sostanze e i punti interessati dalla presenza di pesticidi. Questi ultimi sono cresciuti di circa il 20% nelle acque superficiali e del 10% in quelle sotterranee. La ragione va cercata nel’aumento dello sforzo di monitoraggio e della sua efficacia, ma anche nella persistenza delle sostanze nell’ambiente. Per il responsabile sostanze pericolose dell’Ispra, Pietro Paris, “in agricoltura l’uso dei pesticidi è calato grazie all’introduzione di nuove tecnologie biologiche e alla formazione degli agricoltori. Ma queste sostanze non sono usate solo in agricoltura. Un erbicida gettato ai bordi di una strada per non far crescere l’erba, finisce direttamente nei fiumi attraverso le fogne”. Anche secondo il direttore dell’Ispra, Alessandro Bratti, in Italia “c’è un calo forte delle vendite di pesticidi. Significa che ci sono impostazioni di difesa più attente all’ambiente, c’è un mercato del biologico che oggi è interessante”.