Centro storico in fermento
Molteplici le cause di questo Risiko: “Scissioni interne, incapacità di dotarsi di un apparato militare efficace e impossibilità di garantire mensilmente stipendi ad affiliati e famiglie di detenuti”. A questo punto il documento del Viminale entra nel vivo analizzando la polverizzazione delle cosche del centro storico: paranze dei bambini da una parte, vecchi clan dall’altra: “A Forcella e alla Maddalena permane l’antagonismo tra le famiglie Giuliano e Mazzarella, gli assetti criminali risentono anche della recente spaccatura tra i Giuliano e i Sibillo, famiglie che sembrano lontane dal raggiungere un’intesa, come indicano le numerose stese e pestaggi”. Il nuovo fronte rovente diventa così quello di piazza Mercato: “Qui la famiglia Mazzarella continua a gestire parte delle attività illecite grazie ai suoi sodalizi di riferimento, pur avendo perso l’egemonia. Ed è in questo contesto che “si inserisce il tentativo di espansione nella zona delle Case Nuove del clan Rinaldi e dei Sibillo. Si rileva inoltre la presenza di un gruppo di giovani emergenti che avrebbero preso le redini del clan Sibillo, dopo l’arresto dei vertici, e, in rotta di collisione con i Giuliano, si sarebbero ritagliati uno spazio autonomo di azione”. Prospettive altrettanto liquide anche tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, dove “le dinamiche criminali hanno subito una profonda trasformazione dopo la disgregazione degli storici clan, tra cui quello dei Mariano che, nonostante la detenzione dei vertici, subito sostituiti dalle terze generazioni, ha sempre mantenuto salda la propria forza. Il clan sembra però destinato a subire pesanti contraccolpi dalla decisione di collaborare con la giustizia assunta da un elemento di spicco della famiglia (l’ex boss Marco Mariano, ndr)”. Bruschi mutamenti d’assetto, le cui conseguenze sul ‘vicinato’ non si sono certo fatte attendere. Secondo gli specialisti della Dia, infatti, “questa situazione avrebbe da un lato favorito il nuovo rinsaldamento del gruppo Ricci, alias Fraulella, con l’alleato cartello Saltalamacchia-Esposito e, dall’altro, quello delle famiglie Masiello-Mazzanti”.
Tra scontri e nuove alleanze
Riavvicinamenti però non privi di reazioni a catena: “I raid incendiari contro le saracinesche di esercizi commerciali avevano lasciato presagire una ripresa delle tensioni tra i Ricci e i Masiello originate dall’omicidio, nel 2012, di uno dei capi del gruppo (il riferimento è all’assassinio di Vincenzo Masiello). Tuttavia solo di recente sembra essersi instaurata una sorta di tregua”. Non c’è troppo da stare tranquilli neppure nel vicino Cavone, dove, in seguito al duplice omicidio di Salvatore Esposito e Ciro Marfè, “la famiglia Lepre, attraverso vecchi e fidati adepti, avrebbe nuovamente assunto il controllo della zona cedendo la gestione della piazza di spaccio di piazza Bellini all’alleato gruppo Sibillo”. A destare più di qualche preoccupazione ci sono però anche le nuove fibrillazioni criminali in corso nell’area Nord di Napoli, a Miano, dopo la caduta del clan Lo Russo, e a Secondigliano, con la Vanella Grassi che sarebbe pronta a tornare a fare la voce grossa nel quartiere. Finora sebra che a tenere la divisione delle piazze di spaccio fatta, secondo recenti inchieste sia Rosaria Pagano, moglie e sorella e madre di boss, che ha assegnato il territorio di Melito agli Amato-Pagano e spartito con gli ex alleati poi “girati” i quartieri Nord di Napoli. L’azzeramento dei quadri di comando ha inoltre finito per alimentare le ambizioni del clan Licciardi della Masseria Cardone di gestire le piazze di spaccio sui territori fin qui controllati dai “mianesi”. Spostandosi all’ombra delle Vele, riflettori puntati invece sulla Vanella Grassi. L’arresto del boss Umberto Accurso, eseguito nel maggio 2016 ha reso precari i già instabili equilibri nella zona, e l’indebolimento del gruppo potrebbe pure aver rinvigorito le ambizioni di altri sodalizi, come quello dei Di Lauro, apparentemente limitato dagli esiti delle faide di Scampia.