Teatro, c’è Dracula al Museo del Sottosuolo: emozioni oscure di un amore perduto

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di Fiorella Franchini

In scena il 27 e il 28 aprile nelle grotte del Museo del Sottosuolo una riduzione teatrale di Livia Bertè del film di Francis Ford Coppola “Dracula, Bram Stoker”. La pellicola del 1992 è tratta dal romanzo Dracula dello scrittore irlandese Bram Stoker e racconta la storia di un uomo condannato al male dalla guerra e dell’amore. Nell’anno 1462 cade Costantinopoli e i musulmani turchi dilagano in Europa, minacciando tutto il mondo cristiano. Dalla Transilvania si leva a difesa della Chiesa un cavaliere romeno del Sacro Ordine del Dragone, Vlad Ţepeş conosciuto anche con il nome di “Draculia”. Sbaragliati i nemici, il principe ritornò a casa e scoprì che Elisabeta, sua sposa, era morta suicida dopo aver ricevuto dai turchi sconfitti e vendicativi la falsa notizia della morte dell’amato. Alle parole del sacerdote che sentenziavano la dannazione eterna di Elisabeta in quanto suicida, Vlad rinnegò Dio e la chiesa che aveva difeso, scatenando i poteri del male e diventando così il vampiro Dracula.
C’era una principessa, Elisabetta; era la donna più radiosa di tutti gli imperi del mondo. L’inganno dell’uomo la tolse al suo antico principe…ella si lanciò nel fiume di cui avete parlato. Nella mia lingua madre è chiamato Arges, il fiume della principessa…
Secoli dopo in Mina Murray, fidanzata dell’avvocato Jonathan Harker il principe riconosce la reincarnazione della sua sposa e abbandona il castello partendo per Londra a bordo di una nave. Lo spettacolo, ambientato negli spettacolari cunicoli dell’antico acquedotto romano, focalizza l’attenzione dello spettatore non tanto sulle atmosfere gotiche e noir della storia che ha avuto centinaia d’interpretazioni, ispirando film, musical, opere letterarie e artistiche, quanto sul connubio tra amore e morte. Il più efferato e sanguinario combattente di tutti i tempi rimane disarmato e inerme di fronte alla disperazione di un amore perduto e per ritrovarlo ripercorre tutte le vite che occorrono, attraversa secoli di sete e brama di sangue fino a tornare a lei, a Elisabetta.
Rinuncio a Dio! Risusciterò dalla mia morte per vendicare la sua con tutti i poteri delle tenebre. Il sangue è la vita… e sarà mio!
Un lungo viaggio e un sentimento assoluto che sfida Dio e gli uomini. L’immortalità e la giovinezza eterna bramata dai più si mostra come una terribile condanna.
Il film si differenzia in molti aspetti fondamentali dal libro dell’irlandese Bram Stoker del 1897 che fu scritto in forma di stralci di diari e di lettere. Dracula è considerato uno degli ultimi, se non l’ultimo, dei grandi romanzi gotici. Riprendendo il mito del vampiro, lanciato nella letteratura da John William Polidori, Stoker crea una storia dalle atmosfere cupe, in cui l’orrore e la minaccia ossessionano i protagonisti, in un crescendo di emozioni che conducono alla scoperta dell’orrore rappresentato dal tenebroso protagonista. Francis Ford Coppola si concesse molte licenze dal libro poiché non voleva, come nelle precedenti rappresentazioni cinematografiche, fatta eccezione per il Nosferatu di Werner Herzog, dare a Dracula l’aspetto e le caratteristiche di creatura mostruosa da film horror. Inoltre, mentre il suo personaggio si ispira a Vlad Tepes III, Stoker, che compì un’approfondita ricerca storica e folkloristica, stravolse l’origine etnica del Dracula valacco, attribuendogli una genealogia in cui inserisce Attila, re degli Unni, i vichinghi “giunti dall’Islanda” e che permettono a Dracula di invocare più volte in suo aiuto le divinità nordiche di Thor e Odino, i Székely, fiera nazione ungherese a cui era dato l’incarico di difendere i confini orientali del Regno d’Ungheria, per creare un personaggio che doveva incarnare tutti gli stereotipi negativi dello “straniero”. Recentemente, il ritrovamento di alcuni articoli di giornale tra i documenti di Stoker, ha fatto supporre che, in realtà, lo scrittore sarebbe stato ispirato non dalle vicende del principe Vlad III, bensì da un fatto accaduto e documentato alcuni anni prima della pubblicazione del romanzo nel New England relativo ad alcune morti misteriose nella cittadina di Exeter, dovute a una malattia sconosciuta. Lo spettacolo Dracula “Oltre gli oceani del tempo”, prodotto da Laura Miriello con l’Associazione Itinerari Storici Enigmi Alchemici nelle vie di Napoli, la partecipazione di Demian Aprea nel ruolo di Dracula, le coreografie e i movimenti scenici di Claudia Esposito e Luisa Leone, con la perfetta scenografia naturale del Museo del Sottosuolo, tiene con il fiato sospeso, trasmette l’oscuro e affascinante senso di una storia di passione e dolore, una riflessione sugli impulsi reconditi e oscuri dell’animo umano, sull’ineluttabilità del fato.
Voi credete nel destino? Che persino i poteri del tempo possono essere alterati per un unico scopo? L’uomo più fortunato che calpesta questa terra è colui che trova il vero amore…