Pulcinella è un leader creativo

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in foto opera di Lello Esposito

di Ugo Righi

Certo, quando si parla di leadership e di creatività, si propongono grandi nomi: Giulio Cesare, Napoleone, Alessandro Magno, Attila; va bene, è giusto, ma io voglio oggi proporvene uno nuovo, forse sorprendente, voglio proporvi, come modello ed esempio, Pulcinella o se preferite, alla napoletana, Pullecenella.

Quando da ragazzo in alcune zone del nord Italia, sentivo dire, da qualcuno, riferendosi a Napoli in senso blandamente dispregiativo: “Quello è il paese di Pulcinella”, mi stupivo e mi dispiaceva molto perché Pullecenella per me è sempre stato simpatico e leggendo la storia, sinonimo di creatività intelligente.
La maschera di Pullecenella è senza dubbio rappresentativa della città di Napoli.

Attraverso questo personaggio i napoletani hanno costruito la più somigliante immagine di se stessi, storicamente questa maschera è identificata nel mondo per rappresentarla.
Pullecenella nasce come maschera della Commedia dell’Arte nel 1600 a Napoli interpretata dall’attore Silvio Fiorillo che ne fece il protagonista di tante farse e commedie recitate da lui con grande successo popolare.

Questo personaggio possedeva in misura elevata una qualità: quella di inventare soluzioni e di coinvolgere gli altri sulla propria intuizione e “giocava con dadi appesantiti” per definire la realtà, per inventarla.

Credo che Pulcinella possa rappresentare la metafora della capacità di affrontare i vincoli di un ambiente ostile, e di superare i limiti personali, sapendo cogliere gli interstizi delle opportunità.
La personalità di Pulcinella, per arrivare al comportamento vincente, si esprime, attraverso questi aspetti caratteristici:
Pensa in grande, nonostante le condizioni di partenza sfavorevoli.

Ad esempio riesce a entrare nella reggia e a dialogare con il re (il potere) trovando soluzioni originali per risolvere problemi a volte insolubili. Infatti, dove altri avevano fallito facendo cose logiche convergenti lui ha successo attraverso altre strade divergenti.
Ottiene, potremmo dire, le sponsorship del potere o la delega e coinvolge altri per la realizzazione.
Coltiva una sapiente capacità di pensare e agire in modo originale fuori dagli schemi considerando ogni problema superabile.
Riesce a trovare il punto debole degli avversari e sa vincere e in modo ironico non vuole stravincere.

Ha un’intensa vita interiore e un animo poetico che si combina a un forte rigore logico.
La sua personalità si manifesta con comportamenti che, di fatto, sono prassi creative:
Cambia, essendone consapevole, il modo di trattare la realtà, ossia cerca la lateralità, spostando il focus dall’interpretazione istintiva ordinaria, e si chiede “perché no?”
Sviluppa comunicazione persuasiva verso le persone, per convincerle della bontà del proprio punto di vista.
Rende evidente le risorse, le opportunità del cambiamento possibile al fine di aumentare la fiducia rispetto alle possibilità e rende il futuro più attrattivo del presente.
Orienta il cambiamento verso le esigenze del sistema all’interno del quale si deve manifestare allo scopo di aumentarne la vivibilità.

È un leader perché alimenta la fiducia negli altri e nel futuro per superare le crisi di percorso e festeggia i risultati progressivi.

Ha la consapevolezza di possibili spazi aperti e più vasti di vita con altri. Impara una grammatica che contiene molte righe di vento, una grammatica per rompere i recinti invisibili, i propri e quelli degli altri, una grammatica che aiuta a creare il futuro, ora.
I leader realizzativi, infatti, inventano la realtà producendo senso logico-pratico che si esprime in comportamenti di valore.

Queste sono forme di potere: quello del volere, del sentire, del pensare, del fare e Pulcinella le possiede.

Quindi vicino a Giulio Cesare, Napoleone, Alessandro Magno, Attila, e tanti altri mettiamoci anche Pulcinella.