Complessità del desiderio e desiderio della complessità

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Il mondo è sempre più piccolo, ma i territori sempre più grandi, e la complessità cresce creando possibilità ma anche smarrimenti e paure.
Nella complessità solo l’autoregolazione e la capacità innovativa possono essere vincenti.
L’innovazione è il risultato concreto di un processo creativo che è favorito dal bisogno ma anche dall’ambiente.
Essere creativi vuol dire avere a che fare con delle idee e Significa organizzare elementi preesistenti in insiemi nuovi e diversi per ottenere dei vantaggi rispetto alla situazione precedente, spinti da un bisogno o da un desiderio intenso.
In sostanza si deve avere un’idea, svilupparla, convincere altri della sua bontà e avere un vantaggio derivante da un cambiamento.
Il processo creativo avviene in un contesto ed è in grado di risolvere problemi in modo originale e, ripeto, utile o cogliere e anche inventare opportunità.
Chi è creativo è irrequieto, la mente si agita, gira, ha una forte motivazione che diventa slancio quando si combina con qualcosa che fa scattare l’idea.
Einstein diceva «credo nell’intuizione e nell’ispirazione; talvolta penso che ho ragione senza il sapere perché».
Ma l’intuizione va sapientemente preparata e qui aiuta la tecnica. Ancora per usare un’altra citazione celebre vorrei ricordare Kant “l’ispirazione senza la tecnica è vuota così come la tecnica senza l’ispirazione è cieca.”
Bisogna avere una grande possibilità interpretativa per cogliere connessioni tra stimoli lontani e un bisogno intenso da soddisfare.
Fleming, ad esempio, per giungere alla penicillina usò il suo specifico ricco bagaglio cognitivo, ma in altri casi le connessioni avvengono soltanto prendendo le distanze: lo pneumatico fu inventato da un veterinario, la penna a sfera da uno scultore, il parchimetro da un giornalista ecc. a volte si è troppo vicini al problema per vederne la soluzione.
Ma indipendentemente dall’oggetto o dal cambiamento creativo occorre che l’ambiente sia favorevole.
Non che la creatività non si esprima se ci sono ostacoli, ma è fuori dubbio, soprattutto in contesti organizzativi, che difficilmente qualcuno si metterà contro un sistema che la vieta e punisce (anche se la chiede) chi tenta di cambiare. Gli ambienti non favorevoli alla creatività, e quindi all’innovazione, sono quelli in cui s’investe per il mantenimento dello status quo, la cultura è impositiva, c’è intolleranza dell’ambiguità e della contraddizione, paura di perdere il controllo, l’approccio è conformistico, i valori sono definitivi e limitati, rigidità nel punire l’errore e si accetta solo quanto è sperimentato.
Per contro gli ambienti creativi si riconoscono perché sono esattamente opposti: è messo in discussione l’ordine vigente, si accetta l’ambiguità e la contraddizione, c’è libertà e fiducia, l’errore è fonte di apprendimento.
La creatività per migliorare la vita è veramente indispensabile perché è generativa.
È in grado di aumentare il numero di scelte su tutto, aumenta la possibilità e quindi è l’unico linguaggio evoluto della e nella complessità, che ha il suo paradigma nella connessione intrecciata e labirintica.
Il pensiero creativo è divergente, esplora luoghi remoti e compie salti logici per trovare soluzioni originali e più adatte.
Possiamo dire che a creatività è il sesso della nostra vita mentale, ma per potersi esprimere nella sua dimensione connettiva e generativa ha bisogno di desiderio e di tenacia.
La tenacia è, infatti, la caratteristica che tutti gli studi sulla personalità creativa indicano, essere il tratto di personalità posseduta dal creativo.
E quando si è tenaci?
Quando qualcosa si desidera intensamente.
Ci sono ambienti che reprimono i desideri e altri che li fanno nascere.
Progettare organizzazioni che pensino al benessere, vuol dire aumentare i desideri e quindi gli slanci creativi e la possibilità di sviluppare modelli dinamici di comportamento, capaci di vivere con protagonismo la sfida della complessità.
In fondo la gente vuole avere buoni motivi per agire e accanto a molti, che trovano i buoni motivi nel realizzare una tranquilla soddisfazione dei loro bisogni di sicurezza, ce ne sono altri che è nella loro irrequietezza e nell’ipertensione delle arterie che realizzano la loro identità.
Diamo spazio a questi perché è qui che la creatività è pronta a prendere il volo.
Chi ha il potere dovrebbe pensare a questo punto fondamentale per lo sviluppo e per il governo della complessità che altrimenti diventa solo caos.