Ma qual è il senso di una promessa?

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Oggi 4 marzo ci sono le elezioni e anche altre cose importanti.
Lo scenario politico delle elezioni è una buona occasione per riflettere su quest’aspetto della vita e delle relazioni tra le persone.
Inizio sul senso di una promessa. In che cosa consiste?
Concretamente in una dichiarazione che riguarda il tempo , soprattutto quello futuro, messo in relazione con il comportamento di chi promette.
Pragmaticamente: qualcuno dice a qualcun altro che il comportamento, che lui avrà (farà o non farà alcune cose) produrrà certi effetti in un contesto non deterministico.
“ti amerò per sempre”; “ti farò fare questo viaggio il 23 aprile”; “abbasserò le tasse”; e così via.
Sono promesse; ma la promessa crea una specie di paradosso: definisce un determinismo (la promessa) in una situazione indeterminata (il futuro).
Ma proprio quest’aspetto rende vera la qualità della promessa: la sua validità dipende dal fatto che possa essere rispettata comunque.
Non si può promettere qualcosa dicendo: ”Ti prometto questo a patto che…se non…sperando che…”.
L’essenza il senso di una promessa consiste nel fatto che vale indipendentemente dal variare delle condizioni, anzi, lo ripeto, la sua consistenza è tanto più alta quanto più il contesto è imprevedibile.
Poi a fronte del non rispetto della promessa, non è si riabilita attraverso l’utilizzazione delle scuse o delle giustificazioni che hanno impedito che si realizzasse.
Pensateci: gli esperti della menzogna sono proprio la prevalenza dei politici, i quali riescono a creare un perverso gioco d’illusione – delusione –illusione, gestendo la comunicazione che promette.
Non solo i politici, in generale tutti i comportamenti seduttivi strumentali.
Bisogna, infatti, distinguere chi fa promesse in modo manipolatorio e chi invece schietto.
A questo punto, poiché la promessa è comunque qualcosa d’incerto (il suo risultato) meglio affidarsi a chi almeno senti “vero”e non solo “credibile”.
Mi spiego: l’idea di credibilità è quello che provi quando ascoltando qualcuno, pensi che ciò che afferma sia accettabile, possibile, credibile appunto.
Il sentimento di realtà è quando lo senti anche vero, senti vera la relazione che ha con te.
Possiamo, quindi, immaginare quattro situazioni limite:
La prima: “Quello che dici è credibile ma non ti sento vero; ”
La seconda: ”Ti sento vero in quello che dici, ma non è credibile; ”
La terza: ”Quello che dici non è credibile e non ti sento vero”;
La quarta: ”Quello che dici è credibile e ti sento vero”.
La prima situazione riguarda l’esperto della manipolazione, non bisogna fidarsi di lui perché cerca il suo vantaggio.
La seconda il velleitario, potresti fidarti di lui ma è meglio non farlo perché farà disastri.
La terza il cialtrone, non ci si può certo fidare di lui.
La quarta situazione è di colui di cui possiamo fidarci, perché sappiamo che se non rispetterà la promessa, almeno non avrà deciso così sin dall’inizio.
S’intrecciano in questa considerazione la fiducia e l’affidabilità.
Come fare a capire? Da un lato considerare bene la storia della relazione che c’è, e la storia.
Poi credo che spesso quello che conta, non sia ciò sia si sente con le orecchie ma quello che si sente dentro.
La falsità ha un cattivo odore e sguardo torbido.
Certe persone non hanno bisogno di prove (sia positive o negative) hanno una specie di alone che comunicano inconsapevolmente.
Chi non rispetta la promessa nel momento stesso che la formula è qualcuno che non da valore al destinatario della promessa, e questo se si è attenti si può “sentire”se c’è affidabilità ,perché l’interlocutore entra davvero in contatto con te, ed è vera la relazione ,indipendentemente poi dagli esiti oggettivi.
Questo è un punto chiave: sentire vero l’altro vuol dire che senti vera la relazione che c’e ,quindi il contenuto diventa una variabile dipendente.
L’affidabilità s’intreccia con la fiducia, infatti, non ci si può fidare di qualcuno che non rispetta un’etica e un’estetica degli scambi e non sa mettere in comune il senso della relazione e il suo divenire.
Spesso, purtroppo, bisogna dare a qualcuno la possibilità di ingannarci per poterci fidare davvero di lui in questi nostri tempi di sospetto e paura.