Mostre, il Mann porta in Svizzera le “visioni” di Ercolano e Pompei

349

Arriverà al Mann il 29 giugno la mostra ‘Ercolano e Pompei: visioni di una scoperta’ che si è aperta al m.a.x. di Chiasso in collaborazione con il Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli a 280 anni dalla scoperta di Ercolano e a 270 anni da quella di Pompei. L’esposizione inaugurata in Svizzera con la partecipazione del direttore del museo napoletano, Paolo Giulierini, ripercorre la storia di due tra i ritrovamenti archeologici più importanti al mondo e racconta come queste scoperte siano state comunicate, tra la fine del Settecento e i primi anni del Novecento, attraverso lettere, taccuini acquerellati, incisioni, disegni, gouache, fotografie, reperti archeologici e molto altro testimoniando come personlità quali Karl Jacob Weber e William Gell, Giovanni Battista e Francesco Piranesi, François Mazois e Philipp Hackert, disegnatori, incisori e cultori dell’antico fino ai fratelli Alinari, artisti e studiosi contribuirono alla fortuna storica e critica delle due città dissepolte. Curatori sono Pietro Giovanni Guzzo, già soprintendente dei beni archeologici di Napoli e Pompei, Maria Rosaria Esposito, responsabile della Biblioteca del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x.. Esposto anche il taccuino inedito di William Gell, e acqueforti di Giovanni Battista e Francesco Piranesi. A contestualizzare il racconto, anche una ventina di reperti archeologici originali, come gioielli, tra cui l’anello di Carlo o il bracciale della Casa del Fauno, piccole teste in bronzo, lacerti di affreschi. Fra le opere pittoriche in mostra il ritratto di Latapie e la ricostruzione di una casa pompeiana di Luigi Bazzani proveniente da New York dal Dahesh Museum. ”Intellettuali, artisti e visitatori contribuirono presto a diffonderne con le loro opere il mito delle città dissepolte – scrive Giulierini nel catalogo – come continuarono a fare le nuove arti, la fotografia e il cinema. Pompei ed Ercolano sono la dimostrazione vivente dell’interconnessione tra tutela e valorizzazione, e i quasi trecento anni di convivenza dei due settori azzerano lo sterile ed asfissiante dibattito, tutto italiano, sulla prevalenza dell’una o dell’altra. ll Mann, porta con orgoglio questa storia oltralpe come in una sorta di Grand Tour al contrario, legandosi ancora una volta con il m.a.x. museo di Chiasso e con l’Ambasciata Svizzera di Roma, memore di quanto l’archeologia campana debba anche a questa nazione: basterà solamente ricordare le piante della villa dei Papiri realizzate da Weber”. La mostra si chiuderà in Svizzera il 6 maggio e al Mann chiuderà il 30 settembre.