Il Sistema sanitario nazionale compie 40 anni: dalle cure ai tempi d’attesa, resta elevato il gap tra regioni

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Come per ogni grande compleanno a cifra tonda, anche il Servizio Sanitario Nazionale, che compie quest’anno a dicembre 40 anni, si trova ad affrontare i suoi bilanci: nonostante i successi (in termine di salute nazionale e di riconoscimenti internazionali sulla qualità), le differenze fra regioni restano drammatiche in termini di accesso alle cure, tempi e costi per l’assistenza. Per l’arrivo dei mezzi di soccorso si attende da un minimo di 13 minuti in Liguria ad un massimo di 27 minuti in Basilicata (il tempo standard dovrebbe essere contenuto in 18 minuti). I centri diurni per la salute mentale variano dai 3 del Molise ai 69 della Toscana, quelli per l’autismo dai 6 di Puglia ed Umbria ai 309 del Veneto, i centri per l’Alzheimer dall’1 del Molise ai 109 del Veneto; 789 le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) presenti in Veneto, 605 in Piemonte, 319 in Toscana, circa 32 nelle altre Regioni. Sono queste alcune delle “immagini” dell’Italia delle differenze nella salute presentati in occasione del lancio della campagna “La salute è uguale per tutti” di Cittadinanzattiva, per promuovere il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. Le strutture di oncologia medica sono pari a 19,15 per milione di abitanti in Molise, 4,65 in Puglia; i servizi di radioterapia sono pari a 7,79 per milione di abitanti in Valle D’Aosta e 1,71 in Campania e Puglia. Il 100% dei cittadini del Nord riesce ad accedere entro un mese alla radio e chemioterapia. La percentuale che ha accesso nello stesso tempo è pari invece all’86% dei pazienti al Sud e all’84% di quelli che risiedono al Centro. Per un emocromo di paga un ticket di 3,17 euro in Liguria e di 5,30 euro in Friuli Venezia Giulia. Ancora, il 31% dei cittadini che si rivolge alle nostre sedi e al servizio di consulenza PIT salute dichiara di avere problemi di accesso alle prestazioni sanitarie; in particolare, uno su sette ha difficoltà con l’assistenza sul proprio territorio, 1 su 12 con l’assistenza ospedaliera. La campagna “La salute è uguale per tutti” è promossa da Cittadinanzattiva con il supporto di oltre 50 realtà fra organizzazioni civiche, associazioni mediche e di pazienti, e di numerosi testimonial del mondo istituzionale, dell’impresa, della cultura e dei mass media.
L’obiettivo è un’integrazione all’art.117 della Costituzione, come strumento messo a punto per contribuire alla riduzione delle disuguaglianze in ambito sanitario. La proposta sarà sostenuta dalla campagna social #diffondilasalute (www.diffondilasalute.it), per chiedere a tutti i cittadini di attivarsi a sostegno della tutela del diritto alla salute. “Le disuguaglianze tra le persone si sono fatte sempre più evidenti, provocando una situazione per cui non tutti riescono ad accedere alle cure, o a cure di qualità, nei propri territori”, commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. La proposta di riforma, messa a punto grazie al contributo del costituzionalista Francesco Clementi, intende perciò integrare l’art.117, nella parte relativa alle materie di legislazione concorrente, come segue: “tutela della salute nel rispetto del diritto dell’individuo e in coerenza con il principio di sussidiarietà di cui all’art.118 della Costituzione”. “A settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione – conclude Clementi – la sfida è quella di darle sostanza, a partire dalla riduzione delle disuguaglianze, tenendo conto della natura di un Paese che ha ancora forti asimmetrie sociali e territoriali”.