Ancora due settimane, fino al 3 febbraio, per godere della retrospettiva dedicata ad uno dei più significativi artisti della pittura astratta del dopoguerra, Carlo Montarsolo.
Lo spazio che accoglie la mostra, le sale espositive del Castel dell’Ovo, creano da subito un legame speciale tra interno ed esterno, tra la materia rappresentata e l’oggetto reale della rappresentazione: le cinquanta opere, che raccontano il percorso di ricerca dell’artista, raccolte sotto il titolo “Carlo Montarsolo. Ritorno a Napoli”, sono, infatti, legate alla città e alla cultura partenopea. Come sottolinea Agnisola, curatore scientifico della mostra, “la retrospettiva odierna è finalizzata ad approfondire alcuni momenti della produzione del conosciuto artista italiano, nato a Terni ma campano di adozione, muovendo dal figurativo fino alle soglie dell’astrazione”.
Il percorso espositivo si articola in due filoni principali: da una lato, con la serie “Lave vesuviane”, che raccoglie opere dal 1955 al 2002, l’artista esalta il simbolo per eccellenza del capoluogo campano, il Vesuvio, insistendo su tematiche vulcaniche e sulla rappresentazione di una natura arida e selvaggia in cui a dominare sono i colori caldi e terrosi; dall’altro lato ci sono le marine, con la serie “Mare, onde, nuvole e vento”, le prime risalenti al 1943 “Mare agitato nel golfo” fino alle più recenti “Oceano 1” e “Oceano 2” del 2003, in cui domina il dinamismo e la carica espressiva dell’onda e della luce che su di essa di infrange esaltandone i profili e le forme. Anche se riferibili a precisi contesti geografici, la pittura naturalistica evoca luoghi dell’immaginario interiore dell’artista.
A suggellare la varietà artistica della produzione di Montarsolo la serie “Segni” (1974-1982) e il corpus di inchiostri del decennio 1950-1960: l’artista coglie in maniera sintetica quasi essenziale con brevi cenni dinamici e per lo più monocromatici luoghi e spazi quotidiani. Tra le opere in mostra si potranno ammirare anche due dipinti che consentirono all’artista di ottenere significativi successi a livello nazionale ed internazionale: “Tempio sommerso”, primo premio alla Rassegna d’Arte del Mezzogiorno tenutasi nel 1962 al Palazzo Reale di Napoli e “Paesaggio d’inverno” che gli valse il premio Marzotto per la pittura al Musée National d’Art Moderne a Parigi e il premio Mancini, massimo riconoscimento per giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1959.
La mostra, a cura di Giorgio Agnisola con la collaborazione di Giuliana Albano, Anna Paola Garberini e Carlo Zarone, è accompagnata da un fascicolo a colori con intervento di Enrico Crispolti. Promossa dall’Associazione Montarsolo, la retrospettiva è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Campania dalla Città Metropolitana di Napoli e dal Touring Club Italiano e realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.