Nuovo codice vecchie abitudini

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di Salvatore Magliocca

Un altro degli aspetti che rientrava tra gli obiettivi della riforma del codice degli appalti doveva essere la minuziosa ricerca di un sistema di gestione degli appalti che riducesse in modo consistente il contenzioso.
Non si parla, si badi bene, di una semplificazione delle procedure o di uno snellimento generalizzato degli atti, bensì di una stesura più chiara e soprattutto di univoca interpretazione che ponesse alla fonte un limite al ricorso alla giustizia amministrativa con conseguenti riverberi positivi sul settore.
Purtroppo i dati sono assolutamente sfavorevoli e ci consegnano un ennesimo risultato poco entusiasmante che, purtroppo, si va ad aggiungere agli altri obiettivi mancati da questa riforma che continua a registrare dati poco entusiasmanti.
Entrando nel dettaglio dei numeri possiamo realizzare meglio quello che può essere il quadro della situazione.
Nei 18 mesi precedenti alla riforma, vale a dire nel lasso di tempo compreso tra il 6 ottobre 2014 e il 18 aprile 2016, risultano depositati circa 6.386 ricorsi presso i Tribunali Amministrativi Regionali ed il Consiglio di Stato.
Una cifra impressionante – quasi 360 ricorsi al mese – che costituiva uno dei problemi che la riforma si proponeva di arginare. Risultato al momento completamente mancato visto che nei successivi 18 mesi, per il lasso di tempo quasi speculare che va dal 19 aprile 2016 (data di adozione del nuovo codice) alla fine dello scorso ottobre, i ricorsi depositati presso i vari livelli di giustizia amministrativa sono saliti a 6.404.
Un colpo mortale alle cancellerie dei TAR che, nonostante tutto hanno di molto migliorato i tempi di gestione del contenzioso.
Se si pensa che fino a cinque anni or sono la giustizia amministrativa aveva dei tempi pachidermici – in materia di gare pubbliche i TAR impiegavano in media 331 giorni per emettere delle sentenze – oggi abbiamo una situazione nettamente migliorata.
Basti pensare che per lo scorso anno i tempi medi di risposta dei TAR, vale a dire la durata media di un giudizio per avere una sentenza, si è ridotta a 78 giorni.
Un risultato straordinario che consente di avere un quadro migliorato e più corrispondente alla realtà, che in passato risultava falsata da tempi assolutamente improponibili.
Ma al netto di questo miglioramento la mole del contenzioso non accenna a diminuire, malgrado i migliori proponimenti prefissati in fase di estensione del testo.
Purtroppo anche questo traguardo, al momento, è indiscutibilmente mancato tra gli obiettivi che ricercati per una migliore organizzazione del settore. Difficilmente sarà possibile migliorare questo ambito anche alla luce del fatto che la Giurisprudenza che si andrà a generare, con tutti questi ricorsi, non potrà che peggiorare la situazione che potrebbe avvitarsi in modo pericoloso. Diciamo pure che tra le varie precauzioni che dovranno prendersi per cercare di arginare i problemi che sono nati con il nuovo codice, ci sarà quella di tenere in debito conto questo aspetto nella fase in cui si penserà di mettere mano ad una nuova riforma.