Legge di stabilità regionale, scontro in aula sugli emendamenti dichiarati inammissibili

71
La seduta del consiglio (Foto Omninapoli)

Scontro in aula del Consiglio regionale della Campania sulla dichiarazione di inammissibilità di numerosi emendamenti presentati in Commissione Bilancio alla legge di stabilità regionale 2018, oggi in discussione in Consiglio. Le opposizioni di centrodestra e il Movimento 5 Stelle lamentano una “compressione della democrazia” suscitando la risposta di Franco Picarone, consigliere del Partito democratico e presidente della Commissione Bilancio, secondo cui “le opposizioni hanno abbandonato la Commissione quando stava per cominciare la partita del Napoli”, riferendosi alla sfida Torino-Napoli disputata sabato scorso con inizio alle ore 18, proprio nel giorno della riunione della Commissione. Secondo Picarone il fatto che “arriviamo in aula senza maxi emendamento” rappresenti “un fatto democratico altamente rilevante. Gli emendamenti dichiarati inammissibili erano il 68%, il 30% dei quali era stato presentato dalla stessa maggioranza. Dopo un’accesa discussione le opposizioni hanno ritenuto, quando stava cominciando la partita del Napoli, di abbandonare la Commissione quando c’erano 30 emendamenti da discutere, gran parte dei quali delle minoranze. Noi abbiamo proseguito i lavori”.
In aula Valeria Ciarambino, consigliere del Movimento 5 Stelle, solleva il caso di un presunto ritardo nell’elenco con l’indicazione delle motivazioni dell’inammissibilità, “che andava distribuito 3 ore prima della trattazione e invece è stato caricato alle 10.04, a seduta già iniziata”. Tommaso Casillo, vicepresidente del Consiglio regionale che presiede la seduta, spiega invece che “l’articolo del regolamento citato da Ciarambino riguarda la legge collegata e non il bilancio, quindi non è applicabile alla fattispecie”. Poco dopo il capogruppo di Forza Italia Armando Cesaro chiede una sospensione di 15 minuti “per guardare gli emendamenti resi inammissibili e permetterci di capire se si può fare qualche subemendamento”. La richiesta viene respinta dalla maggioranza.