L’odio come collante

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in foto Pietro Grasso

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Ragioniamo: a Sinistra del Pd nasce “Liberi ed uguali a Sinistra”. A Sinistra Renzi parla di “Casa Rossa”, approdo sicuro per certi Comunisti antichi, Bersani-D’Alema-Bassolino, che dicono di trovarsi a loro agio. A casa, finalmente. Ma intanto la scenografia dell’assemblea di domenica 3 dicembre presenta pochissimo “rosso”. I comunisti di cui sopra, sono in seconda e settima fila. E per rassicurare gli Italiani “incoronano” come loro leader un magistrato, al secolo Pietro Grasso. Intanto, i giovani erano, “guidati” da Roberto Speranza, si affannano a far sapere che presenteranno loro candidati in tutti i collegi, sostanzialmente per marcare il PD e far perdere a Renzi un po’ di collegi. In questo partito “di Sinistra”, nel quale spiccano i vecchi rifondaroli come Vendola e Fratoianni e gli eternamente sofferenti Fassino e Civati, salvo una timida citazione gramsciana, hanno pensato bene, domenica 3 di dicembre, di tenere alla larga addirittura i vecchi canti della Sinistra, da Bandiera rossa all’ Internazionale e perfino “Bella ciao”. L’unica emozione: le lacrime di Grasso. A parte le questioni di stile di quest’ultimo,  bellamente ignorate dai puristi fra i commentatori politici, quelli che sono stati capaci di “resuscitare” il fu Cavaliere, mi domando: ma quale momento della storia, personale e politica, di Grasso, ha un se pur minimo tratto “di Sinistra”?! E poi il “nome”. “Liberi ed uguali”. Mi vien da dire “liberi da sé stessi ed uguali a sé stessi”. Nell’esposizione programmatica delle ragioni di questa nuova formazione politica neppure un accenno a quale proposta concreta si possa riferire l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza. Neppure un modesto riferimento a come si possano coniugare uguaglianza e giustizia sociale. E come si possa avviare, da sinistra, una pur minima, diversa redistribuzione del reddito. Neppure, che dico?!, un monito ai vari Marchionne, in marcia di allontanamento da Renzi, (non il solo!), di venire a pagare le tasse in Italia, nel Paese che pure, nel tempo, ha favorito in tutti i modi “Casa Fiat”. Mi auguro di vivere abbastanza, basta solo qualche anno, per poter osservare, quando Matteo Renzi subirà la prossima sconfitta, quale  fine farà questo partito ed il suo leader improbabile: si frantumerà, perché il collante che lo tiene unito, l’odio ed il rancore per Renzi, sarà venuto meno quando Renzi sarà scomparso. Si godremo D’Alema e soci, un governo di unità nazionale, con il redivivo Cavaliere in veste di regista o un governo a 5 stelle con Luigi di Maio, fresco di Cernobbio e di City a rassicurare gli italiani ben pensanti e la finanza importante. Anche con i 5 Stelle al governo.