Pompei, negli Scavi anche i vulcanologi della Federico II

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Negli Scavi di Pompei sono entrati anche i vulcanologi dell’Università Federico II di Napoli. Si tenta di ‘comprendere’ meglio il Vesuvio, non solo per quella eruzione sterminatrice del 79 d.C., ma anche per il suo comportamento successivo, relativo alle eruzioni ottocentesche. Nel presentare questa mattina alla stampa le nuove scoperte emerse durante gli scavi relativi al restauro della Schola Armaturarum, il direttore generale della Soprintendenza del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, ha spiegato l’importanza della ricerca che “la scorsa settimana è ripresa, ora che, grazie al Grande progetto Pompei sono state risolte le criticità e si è potuta avviare la manutenzione programmata. Questo è un contesto culturale e naturalistico”. “Stiamo indagando sull’uso della Schola Armaturarum, sulla quale sono state fatte tante ipotesi, ma che finora nessuno può ancora dire cosa rappresentasse”, ha aggiunto. Di sicuro – sulla base della scoperta di una grande quantità di anfore utilizzate per contenere cibi prelibati – si è capito che una delle sale della struttura serviva a tenere delle riunioni in cui si banchettava lautamente. Forse erano militari, forse gladiatori oppure tifoserie a riunirsi in convivio. Potrebbe trattarsi persino di uno dei Collegi illegali che vennero poi sciolti con la rissa del 59. Chissà. Di sicuro i visitatori che nel 2018 potranno entrare per curiosare in questi ambienti restaurati troveranno anche le anfore fresche di scavo e, magari, conoscere qualcosa più di quanto si sa oggi, grazie agli studi in corso sulla Pompei dell’antica Roma.