Roma, 10 set. – (AdnKronos) – Nell’estate 1966 Giuseppe Ungaretti (1888-1970), ormai 84enne, si trova per una serie di conferenze in Brasile, una terra in cui ha abitato a lungo e a cui era particolarmente legato. Vestita di rosso, alla fine di un incontro pubblico gli si avvicinò la giovane Bruna Bianco, che gli consegnò alcune sue poesie. Fu così che prese avvio una relazione che – data la distanza – si espresse attraverso un fittissimo scambio epistolare.
Adesso le quasi 400 lettere che Ungaretti e Bruna Bianco si scambiarono, gelosamente custodite per cinquant’anni dalla destinataria, sono state pubblicate in volume, rivelando il senile batticuore del grande poeta, la sua infatuazione, il suo amore carnale.
Con il titolo “Lettere a Bruna di Giuseppe Ungaretti”, a cura di Silvio Ramat, l’epistolario edito negli Oscar Mondadori sarà in libreria la prossima settimana. Le lettere inedite raccontano la cronaca quotidiana di un amore impetuoso e travolgente, che riaccende nel poeta il desiderio di cantare e dà inizio a una nuova stagione creativa.
Nella plaquette del 1968 dal titolo “Dialogo”, alla voce del poeta, che si firma “Unga” come nelle lettere, seguono infatti le “Repliche di Bruna”. Donna reale, quindi, Bruna Bianco, ma al contempo figura poetica, musa, incarnazione della giovinezza al cospetto del “poeta antico”.
“Felice, e disperato d’esserlo”, consapevole che il suo amare è una “smisurata demenza”, Ungaretti racconta i pensieri, gli incontri, le delusioni, commenta quadri, mostre e letture, allega prove poetiche e di traduzione, guida la giovane sul sentiero della poesia.
Ma nelle lettere Ungaretti affronta anche temi universali: il rapporto tra amore e morte, giovinezza e vecchiaia, e la forza sempre viva del sentimento e della poesia “eternatrice”.