Hitachi-Ansaldo Sts, si va verso una nuova Opa. Corte di Giustizia Europea accoglie la tesi dei Fondi

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La Corte di Giustizia Europea dichiara legittima l’attività della Consob, la commissione italiana per le società e la Borsa, che sul caso della vendita di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts dall’allora Finmeccanica (oggi Leonardo) ai giapponesi di Hitachi ha considerato troppo basso il prezzo base dell’Opa (offerta pubblica di acquisto). I giudici dell’Unione accolgono così anche la tesi dei fondi d’investimento Elliot, Amber Capital Italia Sgr, Amber Capital UK, Bluebell Partners Limited e The Liverpool Limited Partnership. Secondo questi soci di minoranza di Ansaldo Sts vendere a Hitachi a un prezzo di 10,5 euro per azione anziché 15, come secondo loro sarebbe stato più congruo, crea un danno di circa 580 milioni di euro.

Ecco cosa dice la Corte di Giustizia Europea nella sua sentenza: “L’articolo 5, paragrafo 4, secondo comma, della Direttiva 2004/25/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, concernente le offerte pubbliche di acquisto, deve essere interpretato nel senso che esso non osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che consente all’autorità nazionale di vigilanza di aumentare il prezzo di un’offerta pubblica di acquisto in caso di “collusione” senza precisare le condotte specifiche che caratterizzano tale nozione, a condizione che l’interpretazione di suddetta nozione possa essere desunta da tale normativa in modo sufficientemente chiaro, preciso e prevedibile, mediante metodi interpretativi riconosciuti dal diritto interno”. Del caso si sta occupando l’ottava sezione dell’organismo giudiziario continentale. Nel frattempo il fondo Ellito comunica di aver aumentato la propria quota diretta nel capitale di Ansaldo Sts portandola al 25,665%. La partecipazione complessiva, ovvero attraverso altri fondi controllati dalla società americana, sale invece dal  31,368% al 31,794%. In caso di nuova Opa, una soluzione sempre più probabile, Hitachi potrebbe essere costretta a risarcire il danno subito o, in alternativa, potrebbe rivalersi sulla vecchia proprietà delle società Ansaldo, quella Finmeccanica che all’epoca dei fatti era guidata da Mauro Moretti.