Alla luce del Mito, viaggio nel tempo di Marcello Veneziani

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di Fiorella Franchini

Riprendono gli incontri culturali per la stagione 2017-2018 del Centro Studi Michele Prisco diretto da Annella e Caterina Prisco. In collaborazione con il Centro Erich Fromm di Silvana Lautieri al Circolo Posillipo di Napoli Carlo De Cesare ha incontrato Marcello Veneziani, autore di “Alla luce del Mito”- Marsilio Editore. Un’intervista schietta e approfondita che affronta un tema solo apparentemente desueto. Il saggio è un viaggio dentro la realtà contemporanea, assicura Veneziani, perché i miti non sono solo i racconti del mondo antico, ma si ritrovano in maniera diffusa nella società, nel cinema, nell’arte, nello sport, nella pubblicità. Infondo, affermava il commediografo britannico William Somerset Maugham, “La tendenza al mito è innata nella razza umana. È la protesta romantica contro la banalità della vita quotidiana”. Veneziani la definisce una facoltà “mito-poetica”, difficile da rintracciare attraverso la razionalità ma innegabile. Coincide con il senso della trascendenza, con il tentativo di dare un significato alla nostra esistenza. Il volume è un susseguirsi di brani che s’intrecciano a tematiche differenti e spalancano nuovi ambiti di conoscenza, stimolando la curiosità del lettore. “E’ una prodigiosa macchina del tempo” perché se da un lato ci riporta al passato, alle narrazioni della fondazione, del sapere ancestrale, dall’altro ci proietta in un futuro profetico sottraendoci a un presente egocentrico e squallido. Viviamo in “un’epoca innominabile”, il tempo di una quotidianità solitaria che esalta il desiderio di proiettarsi in una dimensione altra e ingannevole. I miti non sono né veri né falsi, contengono barlumi di storia, di scienza, di filosofia, sono metafora, una sorta di “penultima verità” che si percepisce, ma non si apprende e spinge a indagare. Da Karl Popper a Levi-Strauss la scienza nasce proprio con la critica ai miti e questo dialogo rende sempre attuale il pensiero mitico. Il mito-pensiero coniuga, insomma, intuizione e razionalità, proiettandoci verso il mistero della creazione del reale. Non a caso attraversa le epoche e lo ritroviamo profondamente diffuso nella cultura di tutte le società. Ogni teoria politica, ogni fede, ha creato le proprie leggende, i propri eroi e si evidenziano analogie strutturali: stessi riti, stessa simbologia. Se, tuttavia, in passato, i miti sono soprattutto storie che esprimono un senso, una morale e una causa, oggi assistiamo a una loro progressiva trasformazione in patologia, in un’accentuazione di caratteri negativi: i leader non sono più carismatici ma seduttivi, prevale la dimensione della tecnica e dell’economia, si esaltano i talenti consumistici piuttosto che i valori umani, si costruiscono idoli e feticci.
Il volume di Marcello Veneziani è un’indagine accurata che non tralascia nessun campo neppure quello legato alla purezza dell’utopia, ideale che ha spesso trasformato il desiderio di un mondo perfetto, nel peggiore incubo dell’umanità, basti pensare alla Rivoluzione Francese.
Un percorso iniziato dall’autore anni fa con Amor fati, Vivere non basta e Anima e corpo, solo per citare alcune delle sue opere, durante il quale Veneziani, attraverso diverse prospettive, quella dello scrittore, del giornalista, del filosofo ha approfondito i vari ambiti della vita e delle sue sfaccettature spirituali. Accompagnarci dentro il mito è un nuovo tassello di questa ricerca professionale ed esistenziale. Con la sua incomparabile potenza simbolica, il concetto di mitologia riesce a far vedere il mondo con altri occhi, sotto un’altra luce, ci mostra orizzonti più chiari, indica nuove chiavi di lettura o, più semplicemente, ci fa riscoprire quelle della sapienza antica, all’insegna della sostenibilità intellettuale.