Bonifica della Gaiola dall’amianto, interrogazione su ritardi e omissioni

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Il senatore Francesco Aracri presenta un’interrogazione sullo stato dell’area marina della Gaiola, a Napoli. Un paradiso infestato dall’amianto e mai bonificato. Ecco il testo del documento. “Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e della salute – Premesso che: nel 1959 molti scarti di lavorazione industriale dell’Eternit e dell’Ilva furono versati sulla splendida spiaggia di Trentaremi, facente parte oggi dell’area marina archeologica della Gaiola (Napoli), per poi essere ricoperti dalla terra negli anni ’80; successivamente, l’azione erosiva dei venti e delle onde misero a nudo lo scempio ambientale; Nel 2009, il centro studi interdisciplinari Gaiola sottopose all’attenzione del Governo un dossier riguardante l’area marina della Gaiola, ma il sito non fu bonificato, nonostante il pericolo di frana del costone; nel 2014, la Procura della Repubblica di Napoli notificò l’esecuzione di sequestro preventivo della baia e nel 2015 anche l’ARPAC (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania) attestò la presenza di amianto; successivamente, l’Autorità portuale di Napoli, responsabile della bonifica, stanziò una cifra notevole per la pulizia del sito, ma i lavori purtroppo stentano ad iniziare perché la stessa Autorità portuale non ha inoltrato al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare lo “screening di valutazione d’incidenza”, essendo il litorale di Trentaremi un sito di rilevanza comunitaria; Ad oggi, una delle zone marine più importati del golfo di Napoli è ridotta a una grande discarica di amianto, si assiste impotenti ad un’azione deturpante, sia a livello ecomarino che a livello ambientale, e nessuna delle autorità locale ha pensato ad una segnaletica che vieti la balneazione in quelle acque altamente inquinate, si chiede di sapere: quali orientamenti i Ministri in indirizzo intendano esprimere in riferimento a quanto esposto e quali iniziative vogliano intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, per porre rimedio all’annosa questione, a tutela della salute dei cittadini che, ignari, continuano a frequentare queste spiagge; Se intendano intervenire presso le autorità locali competenti, ordinando la collocazione di cartelli che segnalino il divieto di balneazione, a tutela della salute dei cittadini, e si vigili sull’intera area; se intendano sollecitare l’Autorità portuale di Napoli, al fine di completare, in tempi rapidi, tutte le pratiche necessarie che permettano l’inizio dei lavori di bonifica”.