Canada, Calenda: Con l’accordo Ceta vantaggi per Pmi e cittadini europei

61
“L’entrata in vigore, oggi, anche se solo a titolo provvisorio, del Ceta è una buona notizia: è una tappa importante di un percorso iniziato nel 2009 con l’adozione delle prime direttive negoziali”. E’ quanto dichiara il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in merito all’entrata in vigore provvisoria dell’Accordo di Libero Scambio Ue-Canada.
“A distanza di otto anni – dice Calenda – l’Accordo potrà finalmente produrre i suoi benefici per le nostre aziende, soprattutto piccole e medie, e per i nostri cittadini.
Con il Ceta verrà abolito il 99% delle tariffe doganali canadesi con picchi in alcuni dei settori di punta del nostro export, verranno rimosse alcune importanti barriere non tariffarie,  garantita l’apertura del mercato degli appalti pubblici alle aziende europee così come l’accesso al mercato dei servizi,  assicurata la tutela della proprietà intellettuale secondo gli standard più avanzati e, per la prima volta in un sistema anglosassone, avremo il  riconoscimento di 171 indicazioni geografiche europee (di cui 41 italiane).
L’Italia beneficerà immediatamente dell’abbattimento di dazi su beni molto importanti  per il nostro export come macchinari industriali (1 miliardo di export e dazi fino al 9,5%), mobili (128 milioni di export gravati dal 9,5% di dazi), calzature (dazi al 20%), ma anche vino  (300 milioni di export e dazi fino ai 7 centesimi al litro), pasta (fino all’8,5%), cioccolata (fino al 6%), pomodori (fino all’11,5%), acque minerali (esportazioni 39 milioni di euro, dazi 11%), prodotti in pelle, di cui il nostro Paese è il principale esportatore Ue verso il Canada (50 milioni di export, dazi fino a 13%).
Si tratta di vantaggi significativi per le nostre aziende, soprattutto per quelle piccole e medie.
Il nostro Paese ha raggiunto, lo scorso anno, la cifra record 417 miliardi di euro di export, con un saldo positivo di più di 51 miliardi ed un contributo alla formazione del Pil intorno al 30%.  Per rafforzare ulteriormente la crescita abbiamo bisogno di agganciare in maniera strutturata la domanda globale, che continua ad essere in espansione. Per questo dobbiamo portare più Pmi a esportare e possiamo riuscirci solo se apriamo per loro i mercati esteri negoziando nuovi accordi commerciali. Non dobbiamo dimenticare  che le multinazionali possono affrontare  facilmente ostacoli burocratici mentre le piccole imprese non hanno queste possibilità. Per questa ragione gli accordi di libero scambio sono importanti soprattutto per le nostre pmi:  per aiutarle a diventare stabilmente esportatrici favorendo la loro proiezione internazionale.
L’Accordo con il Canada, paese al quale siamo legati da profondi vincoli di amicizia e di affinità culturale, nonché dalla condivisione di principi e valori, non mette in alcun modo in pericolo gli alti standard sanitari, ambientali e sociali la cui tutela è una nostra priorità  a difesa dei cittadini europei. Diverso, invece, è invocare questi standard come un alibi per nascondere ingiustificate spinte protezionistiche, pericolose per un paese come l’Italia che vive di esportazioni”.