Ambiente, consumo del suolo e abusi: male la Campania

58

Una media di poco meno di 30 ettari al giorno di consumo del suolo tra novembre 2015 e maggio 2016, circa 17mila abusi l’anno scorso mentre le demolizioni sono al palo: dal 2001 al 2011 solo il 10,6% degli immobili è effettivamente andato giù. Questi i numeri presentati a Rispescia, in occasione di Festambiente, da Legambiente secondo cui “in Italia è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. Un consumo dovuto principalmente alla costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali e all’espansione di aree urbane a bassa densità, senza dimenticare la marea grigia di cemento illegale”.

Secondo i dati diffusi da Legambiente tra novembre 2015 e maggio 2016 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 50 chilometri quadrati di territori ovvero, in media, poco meno di 30 ettari al giorno. In termini assoluti, il consumo di suolo ha intaccato ormai 23.039 chilometri quadrati del nostro territorio. Le aree più colpite risultano essere le pianure del Settentrione, dell’asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane, delle fasce costiere, in particolare di quelle adriatica, ligure, campana e siciliana. Ancora nel 2016, in 15 regioni viene superato il 5% di consumo di suolo con il valore percentuale più elevato in Lombardia e in Veneto (oltre il 12 %) e in Campania (più del 10%).

Riguardo agli abusi, per Legambiente non si parla di “abusi di necessità, un fenomeno terminato alla metà degli anni Novanta, ma di soggetti organizzati che hanno tirato interi quartieri, in aree dove controllano tutto e così negli anni abbiamo consumato il 66% delle coste calabresi, oltre il 50% di quelle campane e siciliane. E se il cemento illegale avanza velocemente le demolizioni di immobile abusivi procedono con lentezza: in Italia, dal 2001 al 2011, solo il 10,6% degli immobili è effettivamente andato giù. Una percentuale che precipita al 4% nella provincia di Napoli e rasenta lo zero a Reggio Calabria e Palermo”.