Vinci, ordine degli ingegneri: una cabina di regia per emergenza incendi

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Il dopo incendi in Campania: urgente una messa in sicurezza del territorio e sua riforestazione per evitare rischi idrogeologici e ambientali con l’arrivo delle piogge di fine estate. Il primo passo necessario quello di dare vita a una cabina di regia tecnico-istituzionale per pianificare e gestire tutti gli interventi da realizzare dopo l’emergenza fuoco dei giorni scorsi, sia a breve e che a lungo termine. A lanciare l’appello del fare presto ora e subito, è Luigi Vinci, presidente dell’ Ordine degli ingegneri di Napoli, durante la conferenza stampa di fine luglio indetta ieri nelle sede dell’Ordine, insieme al vice presidente Eduardo Pace, al Tesoriere Giovanni Esposito, al Consigliere Massimo Fontana, al professore di Geotecnica Stefano Aversa. “La prevenzione dei prossimi rischi per la recente deforestazione  – spiega il presidente Vinci –  è una immediata necessità. Per fronteggiare l’ eventualità di frane e colate di fango alle primissime piogge di fine estate bisogna attuare numerosi interventi senza attendere che si verifichino gli eventi dolorosi per agire”. Una cabina di regia che si possa avvalere della valida sponda di esperti ingegneri che per tradizione vantano competenze e conoscenze del territorio nei vari settori, dall’idrogeologico e geotecnico al naturalistico, idonee ad affiancare le istituzioni competenti in tutto ciò che possa concernere contributo tecnico e previsioni di rischi. Da dove partire quindi? La parola al consigliere Fontana, già membro del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza idrogeologica in Campania istituito dalla Regione Campania dopo l’alluvione di Sarno, che evidenzia la necessità di una mappatura del territorio molto puntuale e sottolinea “lo stato di vantaggio di un territorio vergine da un punto di vista ingegneristico per la sua messa in sicurezza”. Fontana evidenzia così la necessità di individuare le aumentate pericolosità, verificando allo stesso tempo lo stato delle opere idrauliche (vasche, alvei, canali) che dovrebbero smaltire acque piovane conseguenti ad eventi meteo straordinari. E suggerisce tra le opere da realizzare in maniera naturalistica, laghetti artificiali come risorse idriche a portata di mano in caso di nuovi incendi, con un minimo impegno economico, oltre alla necessità di potenziare, nella fascia alle pendici del Vesuvio, la rete di pluviometri che consente di misurare le piogge pericolose in tempo reale. A ribadire l ’importanza della prevenzione, ma anche della manutenzione, insieme alla enorme competenza di ingegneria idraulica geotecnica, conoscenza del territorio è Stefano Aversa, ordinario di Geotecnica all’Università Parthenope e componente della commissione Geotecnica dell’Ordine. Tra le priorità, osserva Aversa, quella di un’ approfondita ricognizione del territorio e dei danni subìti “per coordinare interventi di mitigazione del rischio, considerata l’alta densità di popolazione nelle vicinanze delle aree incendiate”. Guardare al futuro è la visione degli ingegneri, dove occorre pianificare interventi più a lungo termine per la riforestazione, con “opere di ingegneria naturalistica – sottolinea Eduardo Pace – che riducano il rischio di erosione superficiale del suolo per effetto di incendi, utilizzando materiali naturali”. Si tratta quindi di impiantare, per esempio, barriere di contenimento dei pendii, briglie di ritenuta, graticciate e palizzate, che possono essere anche in parte realizzate con il legname di risulta dopo le operazioni di bonifica della vegetazione colpita dagli incendi.  “L’essenziale – continua Giovanni Esposito, ingegnere esperto in pianificazione, già componente del gruppo di lavoro che sviluppò per la Regione il progetto di sistema integrato contro gli incendi boschivi – è applicare una cultura della prevenzione tecnologica, organizzativa, e progettare i processi per realizzare gli interventi necessari”. Una cabina di regia proposta dall’Ordine degli Ingegneri capitanati da Vinci, sembra essere quindi la risposta più appropriata per intervenire presto e bene ed evitare la crescita di allarmismi in una popolazione già provata dai recenti disastri , grazie all’ascolto di competenze tecniche integrate.