Lungo “i percorsi dell’anima” con l’Accademia Musicale Napoletana

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di Fiorella Franchini


La “cultura” è sempre stata uno dei punti forti del nostro Paese, ma in passato si è puntato, soprattutto, alla conservazione e alla tutela più che alla valorizzazione, partendo dal presupposto che il nostro patrimonio fosse già conosciuto nel mondo e non avesse bisogno di essere maggiormente promosso. E’ ormai chiaro che occorra, invece, un management dell’arte e un nuovo approccio alle possibilità della cultura come fattore di sviluppo locale, con particolare attenzione al ruolo delle organizzazioni culturali e degli eventi nel rinnovamento urbano.
In anticipo sulla moderna metodologia gestionale, l’Accademia Musicale Napoletana fu fondata nel 1933 da Alfredo Casella con l’intento di valorizzare caratteristiche e significati della cultura musicale napoletana e italiana. Inseritasi nel giro delle principali Istituzioni nazionali, ha vissuto stagioni di grosso respiro artistico, garantendosi anche l’esclusiva in Italia dei nomi più illustri del concertismo mondiale, grazie al grande attivismo di Maria Napolitano Merlino, Presidente fino al 1978. Per sette anni l’Accademia è stata poi gestita in collaborazione con il Comune di Napoli sotto la direzione di Gianni Eminente che nel 1985 ne ha affidato l’eredità a Massimo Fargnoli, già presidente dell’Associazione Thalberg e in seguito direttore artistico dell’Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli della Rai.
Negli anni l’Accademia Musicale ha collezionato collaborazioni, festival, concorsi, incontri, recital e rassegne. Tra i numerosi eventi ricordiamo “Dicembre Musica in città”, “Il Festival Pianistico di Napoli” e “Il concorso pianistico internazionale Alfredo Casella”, “Giugno Barocco” che, partito nel 1989, fu esportato fino a San Pietroburgo. La rassegna propose con rigoroso spirito filologico pagine inedite vocali e strumentali, sacre e profane, spesso in prima esecuzione moderna, dell’immenso patrimonio musicale del ‘600 e del ‘700 napoletano, coinvolgendo interessi musicologici e incoraggiando la specializzazione nel repertorio barocco di gruppi napoletani come la Cappella della Pietà dei Turchini, l’Ensemble Vocale di Napoli e di altri di livello internazionale quali il Clemencic Consort, l’Arte dell’Arco.
Per l’antropologo Robert Lowie la cultura è  un insieme di “toppe e stracci”, cioè è il prodotto d’innumerevoli scambi tra individui e società diverse. Chi gestisce la cultura dovrebbe partire dalla consapevolezza che lo scambio, inteso anche come forma di condivisione delle informazioni, è portatore di creazione di contenuti nuovi. Già dal 1985 l’Accademia si è impegnata attraverso un’imponente politica di raccordo tra le Istituzioni del territorio, nella connessione di esperienze, nell’approfondimento e nella divulgazione sistematica, dalla musica antica alle nuove sperimentazioni multimediali interattive.
Nel 2005 utilizza l’inedita formula dei Video Concerti seminari, in collaborazione con il Politecnico Internazionale Scientia et Ars di Vibo Valentia. L’Accademia ha, inoltre, prodotto una serie di programmi televisivi trasmessi da Stream News e poi dalla piattaforma Sky, ultima delle quali riferita alla Scuola Pianistica Napoletana, ospitando personaggi di assoluta caratura internazionale.
“La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza” ha scritto Nick Hornby e Massimo Fargnoli che da oltre trent’anni è la mente e il cuore dell’Accademia non poteva farsi sfuggire un’occasione stimolante come “Il Cammino delle Certose – i percorsi dell’anima”, un progetto finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, in collaborazione con il Polo museale della Campania.  Fino a ottobre San Martino a Napoli, San Giacomo a Capri, San Lorenzo a Padula si trasformeranno in un itinerario artistico e culturale di grande fascino che recupera la grande eredità di valori spirituali, artistici, civili, economici e sociali custoditi in tre luoghi sacri, simbolo della civiltà occidentale. Il programma prevede esposizioni, i concerti e reading a tema, distribuiti nei tre complessi. Per l’occasione L’Accademia Musicale Napoletana ha ideato, organizzato e realizzato tre eventi coinvolgenti in cui la Musica si fonde, pur nella sua unicità, con le altre espressioni artistiche, le mostre d’arte, il contesto storico, l’ambiente, per creare un mix affascinante e suggestivo.
Il primo appuntamento di sabato 22 luglio nella Certosa di San Giacomo a Capri ha visto la performance musicale Luigi Esposito perfettamente in linea con il carattere azionista di Hermann Nitsch e degli altri artisti in mostra. La produzione del pianista e compositore, infatti, spazia da lavori per la scena a composizioni per grandi organici, pezzi di musica da camera, monografie strumentali, brani di musica elettronica, fino alla creazione di “partiture pittografiche destinate all’azione performativa/sorprendente” .
Sabato 29 luglio Certosa di San Lorenzo a Padula concerto di Marcus Stockhausen, uno dei più importanti autori di musica contemporanea, che proporrà un programma dal titolo Music between earth and sky, matter and spirit, con il flautista Fabio Mina e il batterista Enzo Carpentieri. Fulcro della ricerca di Stockhausen è un approccio libero e profondo all’improvvisazione e la musica del trio va oltre i generi tradizionali. “Le note etniche che Mina crea con il flauto colorano i suoni, le espansioni elettroniche del suo flauto e della tromba di Stockhausen creano spazi sonori supplementari, tra sospensioni siderali e groove avvolgenti delle percussioni di Carpentieri. Una musica che fa dell’improvvisazione il proprio mezzo espressivo, quello che meglio restituisce un’immagine sonora del momento, del clima, del luogo”.
Ultimo appuntamento venerdì 22 settembre ancora nella Certosa di San Giacomo con lo spettacolo “Soirèe Debussy”concerto dell’Ensemble femminile del Collegium Philarmonicum e brani recitati da Catherine Spaak.  Flauto, arpa, viola, una voce incantevole e le atmosfere eleganti, delicate e seducenti dei testi tratti da Les Chansons de Bilitis che costituiscono l’unico retaggio artistico del rapporto fra Claude Debussy e il poeta Pierre Louys, legati da un’amicizia profonda anche se conflittuale, documentata per i posteri da un intenso e raffinato epistolario.
La musica, come un linguaggio evanescente, ci conduce altrove, in quella dimensione che solo la bellezza dell’Arte può creare. Massimo Fargnoli e l’Accademia Musicale Napoletana sanno trasportarci dentro le emozioni con professionalità, impegno, con passione infinita, quella della tradizione partenopea che guarda al futuro.

 

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