Dispersione idrica, il triste record di Salerno

52

Incendi e siccita’: una combinazione terribile per un’estate in Campania che sara’ ricordata per le devastazioni prodotte dall’incuria e dalla cattiva gestione delle risorse naturali. Gli elementi casuali contano, quando si sommano le temperature eccezionali alla carenza di pioggia nei mesi durante i quali i bacini dovrebbero “ricaricarsi”. Ed e’ vero che tra ottobre 2016 e aprile 2017 le precipitazioni piovose sono state abbastanza scarse, ma in Campania la percentuale di dispersione di acqua per reti idriche colobrado raggiunge anche picchi del 56,5%, come in provincia di Salerno secondo dati Istat del 2015. Va meglio in provincia di Benevento dove la dispersione e’ del 29% e a Napoli, con il 34,4%, ma Caserta e Avellino in particolare, che rappresenta il “serbatoio” per la Campania e la Puglia, su cento litri d’acqua 46 si disperdono nel tragitto verso le utenze finali. Penuria di risorse e reti fatiscienti hanno determinato continue interruzione nell’erogazione della fornitura idrica. In molti comuni del Sannio, dell’Irpinia e del Napoletano i rubinetti sono rimasti a secco per piu’ giorni durante le ore notturne e in molti casi anche durante il giorno. I guasti poi sono continui dovuti anche alla necessita’ di immettere una maggiore pressione per riempire condotte a secco. Succede soprattutto in provincia di Avellino dove l’emergenza idrica dovuta ai guasti e’ scattata gia’ a giugno e dove il razionamento riguarda a rotazione quasi tutti i comuni, capoluogo incluso. A Napoli, la societa’ Abc ha diffuso un decalogo per evitare ogni spreco mentre sono molti i comuni dove sono state emesse ordinanze sindacali contro gli sprechi. Salerno, Castellabate, Capaccio Paestum, Mugnano di Napoli, Giugliano, Avella, Ariano Irpino solo per citarne alcuni: fino al 30 settembre multe per i trasgressori. In particolare si vieta di prelevare acqua dalle fontane pubbliche per usi diversi dall’alimentazione, dai servizi igienici e “dagli altri impieghi ordinari domestici”. Vietato anche prelevare acqua dalla bocche d’innaffiamento stradale e dei pubblici giardini. Stop all’uso delle fontane per irigare orti e giardini, o per lavare la propria auto o riempire le piscine private. Si rischiano sanzioni fino a 500 euro. I problemi maggiori si registrano nell’agricoltura, dove secondo una stima di Coldiretti il fabbisogno per l’irrigazione e’ di circa 400 litri per ogni ettaro di terreno. Una quantita’ enorme in una stagione avara di piogge e con settori, come quello vitivinicolo, che rischiano perdite enomi sulla produzione annuale. I danni, sempre secondo una stima di Coldiretti, ammonterebbero gia’ a 200 milioni e di fronte anche all’allarme dei coltivatori la Regione Campania ha chiesto gia’ da tempo il riconoscimento dello stato di calamita’ naturale. Un allarme che il presidente della commissione regionale Agricoltura Maurizio Petracca definisce “legittimo”. “C’e’ una questione essenziale che e’ quella infrastrutturale. – spiega Petracca – Non e’ pensabile che una risorsa preziosa come l’acqua possa venire sprecata per insussistenza di una rete di infrastrutture adeguata. E’ questo un dato oggettivo e che va ribaltato attraverso investimenti mirati. Su questo la programmazione comunitaria in corso, con riferimento al Psr, contiene opportunita’ che non possono essere sciupate per migliorare, riqualificare, valorizzare e potenziare la nostra dotazione infrastrutturale”.