Siti facilmente raggiungibili, una priorità

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Gli addetti al turismo culturale si sbracciano in un’ola spirituale inneggiando a impegno, competenza, capacità, organizzazione ecceteraeccetera delle personalità politiche e direzionali per il successo di pubblico ottenuto dai musei e siti archeologici Campani. Che ola sia. Innegabile il sensibile aumento delle presenze in tutti i siti culturali e artistici d’Italia, non solo della Campania. Innegabili le condizioni al contorno internazionale che hanno orientato il turismo verso una delle terre più belle al mondo, per natura, arte, architettura, gastronomia, e perché no, per l’ottimo rapporto qualità prezzo. “Ti piace vincere facile?” motteggia una famosa pubblicità, e quando parliamo di siti come Pompei, di Musei come Capodimonte o l’Archeologico a Napoli, della Reggia di Caserta e altre meraviglie il discorso fila dritto come un fuso. I numeri parlano chiaro e se si vuole inneggiare al boom turistico e di visitatori, le cifre lo consentono. Però. Un però grandissimo, enorme e più avversativo che mai aleggia su tanto gioire. Quando il consuntivo dei visitatori dei musei nel periodo pasquale provocava lanci di cappelli in aria e le teste governanti si sperticavano in apologie di se stessi, nessuno rivolse lo sguardo alle cifre dei siti, non meno importanti e affascinanti, che erano stati visitati negli stessi giorni del successo delle grandi strutture. Poco più di una manciata di presenze: Oplonti circa 115 visitatori, Boscoreale solo 26. Uniti da unico biglietto per l’intero circuito che contempla gli Scavi di Oplonti, l’Antiquarium di Boscoreale e gli Scavi di Villa Regina. Una scorpacciata di bellezze che si stenta a indicare col termine “minori”, così come coniato dal MIBACT. Eppure, a prescindere dalle qualifiche, ancora una volta non si può che registrare una gestione così sconcertante che, se pure al cospetto di una vera e propria invasione turistica, non riesce a incanalare interesse e curiosità su questi siti. Sono i luoghi del Lacryma Christi, del Vesuvinum e del Pompeianum del tempo dei Romani. Erano le vigne e la fattoria dove il pregiato vino delle terre del Vesuvio era fatto e conservato in quei diciotto orci seminterrati a Villa Regina nei quali qualsiasi turista vorrebbe poter immaginare di annusare i sentori del vino del tempo che fu. Unico esempio di villa rustica interamente scavata era divisa in tre settori: la domus fructuaria dedicata alla produzione, la rustica dedicata agli alloggi degli schiavi e l’urbana abitata dal proprietario. E se oggi la Villa non è visitabile, c’è pur sempre l’Antiquarium che documenta con i reperti di Villa Regina e del territorio la vita degli antichi vesuviani. Rendere gradevole e indimenticabile la visita in questi luoghi non potrà prescindere dall’impegno per garantire al turista l’accessibilità ai luoghi del circuito. Non basta, infatti, unire tre siti con un solo biglietto d’accesso a fare un circuito, a renderlo fruibile e a farlo apprezzare. Il turista non può girare infreddolito o accaldato alla ricerca di un mezzo di trasporto per poi arrivare, sfinito dalle attese e dalle ricerche, a dover apprezzare ciò che sa essere soltanto una tappa di un percorso. Circuito Archeologico di S.M.Capua Vetere Complesso Archeologico Area Flegrea, Circuito Museale Napoletano, Parco Archeologico di Elea, Area Archeologica di Paestum, Parco Archeologico delle Terme di Baia e ancora se ne potrebbero elencare. Lo scopo della creazione di questi gruppi di siti è stato quello di coinvolgere nelle visite anche i siti meno conosciuti. Meravigliosa intuizione che avrebbe senz’altro avuto maggior successo se si fosse con la stessa attenzione curato il collegamento tra tutti i luoghi visibili con un solo biglietto. Da copertina le criticità di collegamento tra i siti del parco delle terme di Baia, la difficoltà di spostarsi all’interno del circuito che comprende l’Antiquarium di Boscoreale. Interessante, come minimo, scoprire con quale magia il circuito museale a Napoli potrà essere fruito fluidamente e senza rischi per la salute fisica e psichica del turista al cospetto di mancanze e disfunzioni di traffico, collegamenti e sicurezza. Il successo turistico è dato dall’affluenza di visitatori. Curare che essi possano giungere nei siti è quindi una priorità. Le difficoltà sono oggettive. Bisogna darsi da fare.