Siccità, nelle campagne danni per 1 miliardo di euro da Nord a Sud

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Con le temperature bollenti si estende la siccita’ nel sud Italia dove le precipitazioni sono risultate in calo del 40% e le temperature massime superiori di 1,7 gradi rispetto alla media di riferimento a giugno. Per contro, i temporali al nord hanno aggravato il conto dei danni ma senza peraltro scalfire una situazione di grave crisi idrica. Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia al sud, l’allarme siccita’ si e’ ormai esteso ad oltre i due terzi della superficie agricola nazionale, interessando praticamente tutta la Penisola con danni alle campagne che nel 2017 hanno superato a livello nazionale il miliardo di euro, tra crisi idrica e maltempo. Le precipitazioni al centro-nord infatti non hanno dato sollievo perche’ l’acqua per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento mentre gli acquazzoni aggravano i danni con frane e smottamenti. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla seconda decade del mese che evidenzia in particolare una situazione di criticita’ diffusa sul territorio dell’Italia meridionale, dalla Puglia alla Campania, dalla Calabria alla Sicilia fino alla Sardegna. Le precipitazioni nel Mezzogiorno erano risultate scarse anche a maggio (-53%), ad aprile (-43%), a marzo (-64%) e febbraio (-39%) con il risultato di un abbassamento del livello di acqua negli invasi ed una aridita’ diffusa nei campi. Il crollo dei raccolti nelle campagne meridionali, dal grano al pomodoro fino alle olive, per la prolungata siccita’ mette a rischio gli investimenti avviati per l’annata agraria con una diminuzione del livello occupazionale per il calo delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura.
In Puglia, nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capacciotti, Capaccio, Osento ad oggi il livello d’acqua e’ pari a 230 milioni di metri cubi, contro i 267 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, secondo l’elaborazione Coldiretti dei dati forniti dal Consorzio di bonifica della Capitanata. Ed e’ bollettino di guerra nelle campagne della provincia di Bari, con danni ingenti soprattutto sull’altopiano della Murgia, zona per la quale e’ stata chiesta la dichiarazione di stato di calamita’ per un crollo dal 30% e fino al 70% della produzione di grano. In difficolta’ gli agrumeti a Taranto, i vigneti di uva da tavola e da vino in tutte le province, il pomodoro a Foggia. In Calabria, nel Crotonese rischia di non esserci piu’ acqua sufficiente negli invasi silani per poter garantire l’irrigazione utile ad avviare le coltivazioni invernali di ortaggi ma e’ gia’ in sofferenza l’olivicoltura regionale, mentre in Campania e’ stato chiesto il riconoscimento dello stato di calamita’ per la siccita’ che ha colpito il territorio e che sta provocando notevoli danni alla produzione agricola regionale, che hanno superato la soglia del 30%. In Basilicata, anche se i livelli degli invasi si stanno progressivamente abbassando, si cerca di garantire le erogazioni idriche ai settori produttivi dell’agroalimentare lucano. E in Sardegna l’assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40% e gli agricoltori della Coldiretti sono scesi in strada con i trattori; in Sicilia la siccita’ e’ una realta’ concreta con gli invasi a secco e la necessita’ di anticipare l’inizio della stagione irrigua negli agrumeti. Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene Coldiretti – servono opere strutturali per raccogliere l’acqua nei momenti piu’ piovosi creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua. Ma occorrono anche interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque. Gli agricoltori italiani sono gia’ impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno ‘idroesigenti’ – conclude Coldiretti – non deve essere dimenticato che l’acqua e’ essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali e’ a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitivita’ dell’intero settore alimentare.