Gepin, lunedì al Mise ultima chiamata per i lavoratori

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È stato aggiornato a lunedì prossimo presso il Mise a Roma il tavolo per la vertenza Gepin Contact. “Mercoledì scorso – si legge in una nota della Fistel Cisl – sono state necessarie 13 ore di confronto per ribaltare la fumata nera del 15 giugno e per intravedere per la prima volta una soluzione alla vertenza. 

La presenza di Poste al tavolo ha permesso alle organizzazioni sindacali di entrare finalmente nel merito della gara e dei numeri, non senza poche polemiche, e di chiarire la questione del massimo ribasso legittimato dal Tar con la sentenza di gennaio e avallato dal committente stesso che ha definito la gara essere non una gara al massimo ribasso ma un’ offerta economicamente più vantaggiosa.

La giornata ha visto un susseguirsi di incontri, il primo dei quali tra Governo, Poste Italiane , Regione Lazio e Regione Campania durante il quale il committente ha illustrato in maniera dettagliata tutto ciò che aveva messo in campo come disponibilità di volume di commessa a disposizione di System House e di ECare, spingendosi fino al massimo consentito per legge, inclusa la clausola contrattuale del cosiddetto ‘sesto quinto’.

Un volume di lavoro che le aziende in un primo momento hanno dichiarato essere insufficiente a coprire l’assorbimento di tutto il perimetro occupazionale degli ex Gepin e che ha spinto le organizzazioni sindacali di categoria presenti al tavolo Fistel Cisl Campania, Uilcom UIL, Slc Cgil e UGL a richiedere un confronto con le loro delegazioni per convenire la strada da percorrere.

Dopo la smentita ufficiale di Poste Italiane della notizia di una qualsivoglia internalizzazione degli ex Gepin, divulgata strumentalmente qualche ora prima del tavolo le organizzazioni sindacali hanno deciso di affrontare il problema entrando nel merito della questione e ragionando con i numeri alla mano.

Numeri rilevanti che si traducono in 13 milioni di euro in due anni sul lotto 2 e 16 milioni sul lotto 1, comprensivi di tutti quegli aumenti di volume messi a disposizione da Poste incluso il famoso ‘Sesto Quinto’ pari a circa 2 milioni di euro per anno”.

Per Salvatore Capone della Fistel Cisl Campania “Questo è un momento dicotomico. Abbiamo il dovere di perseguire fino in fondo tutte le discussioni di merito che ci consentano di capire fin dove possiamo arrivare per fare al meglio l’interesse dei lavoratori. I lavoratori – dice Capone – saranno poi sovrani e decideranno così come fecero in occasione dell’accordo del 5 settembre 2016”.

Nelle ristrette tra Poste, governo e aziende è emersa la necessità per il committente pubblico di effettuare verifiche di ordine legale per capire se vi era la sostenibilità per assegnare il ‘sesto quinto’ fin da subito, senza inficiare la gara alla luce dei ricorsi in essere.

“C’è un fatto incontrovertibile – spiega ancora Salvatore Capone – che ci troviamo di fronte ad una gara pubblica con un prezzo al quale il Tar ha dato legittimità e pertanto la soluzione da individuare dovrà essere una soluzione che tenga tutti dentro senza sacrificare nessuno”.

In tarda serata che il viceministro Teresa Bellanova dichiara con soddisfazione che sembrerebbero superati gli impedimenti di natura legale e che sarebbe stata finalmente trovata una soluzione per il ricollocamento di tutto il bacino occupazionale degli ex Gepin .

Tuttavia le parti concordano che restano ancora da fare verifiche legate alla ripartizione delle attività tra le due aziende e tra i due siti di Roma e Napoli e ulteriori aspetti da approfondire, sia da parte di Poste sia da parte delle aziende, tali da rendere necessario il rinvio del tavolo a lunedì 26 giugno alle ore 17 e che rappresenteranno il punto di partenza della trattativa sulle condizioni del riassorbimento dei 350 lavoratori ex Gepin Contact.

“Una trattativa a oltranza il cui esito è incerto – dichiara Salvatore Topo, segretario generale Fistel Cisl Campania – Il tema che dobbiamo affrontare è esclusivamente quello del lavoro e del destino degli ex lavoratori Gepin Contact perché a settembre, quando è stato firmato l’accordo ECare aveva ottenuto tutte le condizioni richieste che oggi sembra mettere in discussione. Vogliamo evitare inutili liturgie e chiediamo di rimettere al centro della discussione le ragioni del lavoro e delle persone. Se non saranno queste le prospettive e se non termineranno immediatamente da parte delle imprese strategie inconcepibili – sottolinea Topo – sarà difficile arrivare ad un risultato. Noi continueremo fino all’ ultimo minuto utile a lavorare per ricercare le migliori soluzioni possibili auspicando che tutti gli attori di questa complessa vicenda facciano con risolutezza la propria parte, affinché si possa cancellare definitivamente questa brutta pagina per le lavoratrici e per i lavoratori Gepin Contact “